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Il nuovo ponte autostradale sul Po a Cremona: un’opera inutilmente devastante

Giudizio unanime degli ambientalisti emiliani e lombardi: di quell’opera si può e si deve fare a meno. Si esplorino soluzioni più leggere ed economiche per il traffico tra le due sponde del grande fiume.

Con un documento di osservazioni steso a più mani tra le sedi emiliane e lombarde dell’associazione, Legambiente rinnova il suo NO al progetto definitivo di ponte stradale (il ‘terzo ponte’) per raggiungere la città di Cremona da sud. L’opera, 12 km di mega-raccordo autostradale tra il casello di Castelvetro Piacentino dell’autostrada Piacenza-Brescia e la zona ovest di Cremona, avrebbe un impatto devastante su alcuni degli ambienti più pregiati del fiume Po, interessati da ben tre siti di interesse comunitario, due in territorio lombardo (gli ‘spiaggioni’ di Spinadesco) e uno in territorio emiliano, che comprende anche l’Isola del Deserto, grande area di alta rilevanza naturalistica creata dalla divagazione dei meandri del fiume Po.

“Quel raccordo è un’ennesima aggressione al territorio, che sparge asfalto su decine di ettari di campagna fertile e incide su alcuni degli ambienti più delicati del fiume – sentenzia Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – un’opera di dimensioni spropositate per un flusso di traffico che di certo non richiede un intervento di queste dimensioni.”

L’opera ha un costo ambientale rilevantissimo, e altrettanto si può dire del suo costo economico: l’ammontare sarebbe di 220 milioni di euro, ma si tratta sicuramente di una stima ottimistica in rapporto ad analoghe tratte autostradali. La sproporzione tra costi e benefici è stata segnalata da più parti, ed anche la Regione Emilia Romagna un anno fa, sia pur tardivamente, ha deliberato un parere fortemente critico, nell’ambito di un’istruttoria che si trascina da anni. Purtroppo però il parere regionale non è stato tenuto in considerazione, sebbene l’asse stradale si sviluppi per tre quarti in territorio emiliano.

“In un periodo in cui le risorse sono poche non è il caso di buttare soldi per un opera che, oltre ad infliggere un’ulteriore ferita al territorio del Po, non apporta benefici rilevanti alla mobilità di merci e persone – dichiara Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna – Per questo chiediamo di soprassedere alla realizzazione dell’autostrada, valutando alternative più sostenibili per la soluzione dei problemi locali”.

Le alternative, secondo gli ambientalisti, non solo ci sono, ma sono efficaci e costano molto meno di una nuova autostrada: il problema principale che l’opera deve risolvere è infatti l’attraversamento del centro di Castelvetro Piacentino, investito dal traffico pesante che per raggiungere la zona ovest di Cremona utilizza il casello di Castelvetro. L’opzione più semplice sarebbe, banalmente, chiudere il casello di Castelvetro, almeno al traffico dei mezzi pesanti, liberalizzandolo per il transito locale dei veicoli leggeri tra Castelvetro e Cremona, così da consentire l’utilizzo del tratto urbano dell’autostrada come tangenziale cittadina.

“Sarebbe un grande risparmio di soldi e di territorio, e si risolverebbero tutti i problemi di traffico in tempi molto più rapidi di quelli richiesti dalla realizzazione di un cantiere complesso come quello di un grande ponte autostradale” conclude Legambiente.