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Fotovoltaico: Legambiente apprezza le scelte della Regione

Condivisibile il percorso intrapreso che punta sulle rinnovabili correttamente inserite nel territorio

Sulle recenti polemiche : sbaglia chi confonde la libertà di impresa con l’assenza totale di regole

Legambiente interviene nel dibattito sulla recente delibera di Giunta Regionale che fissa le norme per la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici al suolo, appoggiandone il disegno di fondo.

Entro gennaio 2011 tutte le Regioni dovranno fissare le proprie regole per integrare le fonti rinnovabili nel territorio, definendo un quadro di norme capace di garantire, per le diverse fonti, la più efficace integrazione ambientale e paesaggistica.
Nella Giunta di giovedì scorso, la Regione ha emanato un provvedimento che, in anticipo sulle linee guida per le altre rinnovabili, individua aree non adatte per ubicare grandi impianti solari a terra e fissa percentuali massime di utilizzo del terreno agricolo a questo scopo. Nei prossimi giorni il provvedimento dovrà essere approvato anche in sede consigliare.

Secondo Legambiente, l’impostazione della delibera è sicuramente positiva, perché emerge l’attenzione per le aree a maggior pregio ambientale e paesaggistico e per quelle caratterizzate da produzioni tipiche, limitando gli eccessi a cui si è assistito nell’ultimo anno. Solo un quadro di regole chiaro, che armonizzi le energie rinnovabili col territorio, permetterà all’Emilia Romagna di raggiungere e superare gli obiettivi europei sulle energie pulite. L’integrazione del reddito agricolo da parte delle rinnovabili è un’opportunità da sfruttare, senza però che questo arrivi all’estremo opposto.
Certo, puntualizza l’associazione, nella Delibera ci sono alcuni aspetti ancora da chiarire sulla sua applicabilità e dettagli che possono essere migliorati, garantendo ad esempio la possibilità di realizzare i piccoli impianti di pochi chilowatt a servizio delle utenze e prestando attenzione alla diversa condizione dell’agricoltura dell’Appennino, meno estesa e produttiva, rispetto a quella di pianura.

“Non condividiamo le posizioni di chi vorrebbe congelare il territorio e si oppone all’ingresso delle rinnovabili nel paesaggio italiano e della nostra regione, prolungando di fatto la nostra dipendenza dalle fonti fossili, o peggio, tornando al nucleare”- dice Lorenzo Frattini Presidente regionale di Legambiente- “Tuttavia certi interventi fortemente speculativi di impianti da decine di ettari che hanno sostituito interi poderi agricoli, nella zona più fertile della penisola, non hanno ragione di essere”- e riferendosi alle polemiche emerse dopo l’uscita della delibera- “In questo sbagliano quei pezzi del mondo politico ed economico che vorrebbe spacciare la libertà di impresa e la promozione delle rinnovabili con l’assenza di regole.”

Infine, Legambiente esorta la Regione a proseguire nel percorso illustrato durante gli incontri di queste settimane sulla definizione del Piano Triennale, cioè di porsi tra le prime regioni del Paese per utilizzo delle fonti rinnovabili, dotandosi al contempo di regole chiare e condivise.