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Dossier acque minerali: l’Emilia Romagna al 18esimo posto, fra le bocciate, per i canoni di concessione più bassi

Legambiente e Altreconomia: Dossier Acque Minerali, la privatizzazione delle sorgenti in Italia

Tutti i numeri sulle acque minerali regalate dalle Regioni alle società imbottigliatrici


L’Italia, con 192 litri di acqua minerale procapite, si conferma il paese europeo con il più alto consumo di acqua in bottiglia.
Con una media che supera il doppio rispetto alle altre nazioni d’Europa, il Belpaese solo nel 2009 ha imbottigliato, infatti, ben 12,4 miliardi di litri, di cui solo l’8% destinato al mercato estero. Un volume di affari di 2,3 miliardi di euro nel 2009, rimasto invariato rispetto all’anno precedente, ma in continua ascesa negli ultimi trent’anni, con i consumi aumentati dal 1980 ad oggi di 5 volte e con loro anche la produzione di acqua imbottigliata. Una crescita smisurata cui però non è corrisposto un proporzionale aumento delle tariffe pagate dalle società imbottigliatrici alle Regioni italiane, spesso ancora stabiliti da regio decreto come in Molise e in Sardegna, o da regolamenti di oltre 30 anni fa, come la legge regionale del 1977 della Liguria.
Rispetto allo scorso anno, le Regioni più virtuose sono Lazio e Abruzzo, poiché hanno previsto i maggiori canoni per le concessioni sulle acque minerali, mentre l’Emilia Romagna si trova fra le ultime in classifica (18), perché prevede i canoni di concessione solo in base alla superficie della concessione e non sui metri cubi di acqua imbottigliata. Basti pensare che, nella nostra Regione, il costo è di 19 euro per ettaro! Un vero sproposito.

Eppure il ‘business dell’oro blu in bottiglia’ continua ad essere insostenibile per la collettività sotto il punto di vista economico e ambientale, poiché prevede l’utilizzo di oltre 350mila tonnellate di PET, per un consumo di circa 700mila tonnellate di petrolio e l’emissione di quasi 1 milione di tonnellate di CO2. Delle bottiglie utilizzate il 78% sono in plastica e solo un terzo viene riciclato mentre i restanti due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore. Ad alto impatto ambientale è anche il trasporto visto che solo il 15% delle bottiglie viaggia su ferro, mentre il resto si muove sul territorio nazionale su gomma, su grandi e inquinanti TIR.

“L’acqua e la sua gestione sono questioni centrali nel nostro Paese. Lo hanno confermato 1 milione e 400mila cittadini che si sono impegnati in prima persona per chiedere a Governo e Parlamento di modificare la legge che obbliga alla privatizzazione del servizio idrico – ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente- Ma mentre il dibattito pubblico/privato per la gestione del servizio idrico è ancora in corso, in Italia esiste già una forma di privatizzazione dell’acqua, o meglio delle sorgenti concesse a prezzi ridicoli alle società che imbottigliano. Una sorta di obolo in netto contrasto con il volume di affari del settore ma soprattutto in confronto all’altissimo valore di una risorsa limitata e preziosa come è l’acqua di sorgente”.

Classifica regioni italiane

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