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Rifiuti: Bologna -30% sulla differenziata rispetto al piano provinciale

E’ necessario introdurre il porta a porta nel Centro Storico e nella periferie urbane

Da apprezzare il si della Regione Emilia Romagna che si farà carico di  una quota di rifiuti provenienti da Napoli

Condividiamo l’appello lanciato nei giorni scorsi dal Vicesindaco del Comune di Bologna, Silvia Giannini, in merito ai ritardi accumulati da HERA nella gestione della raccolta differenziata.

Come denunciamo da anni, Bologna fatica molto più del previsto –  per responsabilità ben precise delle politiche industriali di HERA e di amministratori molto distratti che hanno guidato la nostra città negli ultimi 15 anni  – a raggiungere gli obiettivi posti dal decreto Ronchi. Il Vicesindaco ha parlato di un mediocre 35% di raccolta differenziata raggiunta nella nostra città con ben  8 anni di ritardo sugli obiettivi posti dal decreto; Bologna è inoltre indietro di circa il 30% rispetto al 65% fissato dal piano provinciale per i rifiuti al 2012.

Se è giusta la sollecitazione del Vicesindaco sullo sforzo per recuperare il ritardo nel Centro storico (in cui le percentuali si aggirano intorno al 15-16%) e se comprendiamo le ragioni per le quali il tema nel Centro storico debba essere affrontato con tutte le attenzioni possibili (area di rilevante pregio artistico e architettonico) e con misure adeguate (più isole interrate e porta a porta diffuso e modulato a seconda delle zone), riteniamo che la differenziata debba procedere  in maniera più convinta anche nelle periferie.

Da sempre l’associazione propone di introdurre la raccolta domiciliare nei quartieri periferici di Bologna che si prestano, sicuramente meglio del centro, ad  avviare, con tutte le sperimentazioni che si possano rendere necessarie, un’esperienza urbana slegata dai cassonetti.

Legambiente ribadisce che il porta a porta resta la modalità preferenziale per aumentare la raccolta differenziata, eliminare i conferimenti impropri di rifiuti e ridurre quindi la dipendenza da discariche e inceneritori. Che il porta a porta debba essere legato ad una aumento delle tariffe è una argomentazione che respingiamo da tempo, poiché anche nei comuni medio grandi c’è un bilanciamento dei costi nel tempo: si tratta, piuttosto, di modificare il piano industriale ed introdurre modifiche radicali nel sistema di gestione dei rifiuti.

E’ tempo che Bologna si attrezzi per raggiungere risultati dignitosi, al pari delle sue pari di livello. Non mancano certo né le competenze né la volontà dei cittadini.

Auspichiamo, quindi, che HERA e Comune di Bologna affrontino in maniera risolutiva il tema. Legambiente non farà mancare il suo sostegno a scelte di buona politica che consentano di recuperare il ritardo accumulato per il raggiungimento di livelli importanti di raccolta differenziata.

L’associazione apprezza, infine, la presa in carico di una quota di rifiuti provenienti da Napoli  da parte della Regione Emilia Romagna, come segno di una assunzione di responsabilità improntata allo spirito di solidarietà finalizzato a fare uscire Napoli e i  napoletani da un incubo che dura da 20 anni. Questa manifestazione di buona volontà sarebbe da ascrivere tra gli eventi celebrativi del 150° dell’UNITA’ d’ITALIA.