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XII Rapporto Ecosistema Scuola

Presentata a Bologna Ecosistema Scuola di Legambiente
l’indagine nazionale sulla qualità delle strutture e dei servizi scolastici

Il 36% degli edifici necessita di manutenzione urgente
Solo il 10% è costruito con criteri antisismici e il 54% possiede il certificato di agibilità

Reggio Emilia, Parma e Piacenza, rispettivamente 4°, 7° e 9° miglior capoluogo

E’ Trento ad aggiudicarsi il primo posto nella classifica di Ecosistema Scuola, la ricerca annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado dei Comuni capoluogo di Provincia. Seguono Verbania, Prato, Reggio Emilia, Pordenone, Asti, Parma, Biella, Piacenza e Terni. Con Piacenza per la prima volta nella top ten.
All’indagine di Legambiente, che intende restituire una fotografia degli investimenti degli enti locali per la sostenibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, hanno partecipato 91 Comuni. I dati presentati sono relativi al 2010 e sono stati raccolti tramite questionario. Pochi, nel complesso, i passi in avanti rispetto agli anni precedenti.
“Non si riesce a uscire dall’emergenza – commenta Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e Formazione –. Gli enti locali, strozzati fra il patto di stabilità e il mancato trasferimento di fondi dallo Stato, non riescono più a stanziare sufficienti finanziamenti per la manutenzione delle scuole e il livello di qualità dei servizi scolastici, come mette in evidenza il nostro rapporto. Il primo stralcio di 358 milioni di euro del miliardo dei fondi Cipe per l’edilizia scolastica pare non essere arrivato ancora a destinazione. Il nodo aperto rimane l’aumento dei finanziamenti previsti per la messa in sicurezza delle scuole, associato a una programmazione che individui le priorità da affrontare. Ma per fare questo è necessario l’accesso ai dati dell’anagrafe scolastica, che malgrado gli annunci non sono ancora noti. Per questo chiediamo ancora una volta che l’anagrafe sia finalmente pubblicata, anche con dati parziali, riconoscendo ai cittadini il diritto di sapere le condizioni reali delle nostre scuole”.

La scarsità di risorse si registra anche in Emilia Romagna. Nei capoluoghi regionali, nel 2010 si è registrata una forte contrazione della spesa sia per la manutenzione ordinaria che per quella straordinaria anche se le strutture che necessitano di interventi urgenti (16%) sono comunque al di sotto delle medie nazionali.
Scarsa invece l’attenzione da parte dei Comuni per l’esterno delle scuole con solo l’1% di edifici all’interno di zone pedonalizzate e solo il 4% all’interno delle ZTL. Positivo la presenza del servizio di piedibus (la possibilità per i bambini di andare a scuola a piedi con un accompagnatore) nel 9% delle strutture.
“Anche se il patrimonio edilizio regionale è mediamente migliore rispetto al panorama nazionale c’è ancora molto da fare – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna –. Per questo ci preoccupa il calo di investimenti segnalato dal dossier” Non tutto però è imputabile alla crisi “Esistono molte azioni a costo zero che possono influire sulla qualità ambientale e sulla salute degli studenti- continua Frattini- come ad esempio la pedonalizzazione delle aree limitrofe alle scuole. Al contrario oggi quasi tutte queste zone si trasformano negli orari di punta in veri e propri concentrati d’auto e di smog. Un segnale importante e da rafforzare è la diffusione del servizio del Piedibus spesso portato avanti anche dai volontari di Legambiente”

LA FOTOGRAFIA DELL’EMILIA ROMAGNA
Dalla fotografia di Ecosistema Scuola 2011 anche quest’anno il Centro Nord si conferma in testa alla graduatoria: sono l’Emilia-Romagna e il Piemonte, entrambe con 3 città tra le prime dieci e rispettivamente con 5 e 6 città tra le prime venti, le regioni che con Trentino-Alto Adige e Toscana guidano la graduatoria su la qualità dei servizi e dell’edilizia scolastica.
A rientrare nella top ten dei comuni capoluogo di provincia vi sono Reggio Emilia (4° posto), Parma (7°) e Piacenza (9°) che pongono la nostra regione fra quelle più attente ai problemi relativi all’edilizia scolastica. Se i primi due capoluoghi sono da anni ai vertici della classifica Piacenza, – che nel 2010 si trovava al 20° posto – cresce anche grazie alle politiche energetiche attuate, tra cui l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile negli edifici scolastici.
Anche Forlì e Ravenna si trovano in posizione virtuosa, rispettivamente al 12° e 15° posto, mentre gli altri capoluoghi sono decisamente più in basso con Modena che arriva al 36° e Ferrara che passa dal 31° al 58° posto. Preoccupanti le situazioni di Bologna in 62° posizione e Rimini che scende dal 45° al 64° posto.
Nel 2011 l’Emilia-Romagna ha stanziato in media per ogni edificio circa 20.000 € per la manutenzione straordinaria, e circa 10.000€ per quella ordinaria, ponendosi nella media nazionale in questa pratica. Si registra però una notevole diminuzione degli investimenti rispetto al 2010, quando i fondi stanziati furono 53.160€ per la manutenzione straordinaria e 18.220€ per quella ordinaria. Va tuttavia precisato che se il calo degli investimenti per la manutenzione straordinaria è presumibilmente legato a una minore necessità di interventi urgenti (nel caso della nostra regione solo nel 16,17% degli edifici se ne registra l’esigenza), appare invece ingiustificabile il minor apporto di risorse economiche per la manutenzione ordinaria.
L’Emilia-Romagna resta indietro anche nell’utilizzano di energia da fonti rinnovabili per gli edifici scolastici, al 7° posto con un dato del 14,98% di edifici interessati da queste tecnologie.
Per quanto concerne le buone pratiche, la nostra regione si distingue non solo per le accortezze in tema di risparmio di energia elettrica (nell’86,39% delle scuole sono in uso fonti di illuminazione a basso consumo), ma anche riguardo raccolta differenziata. La raccolta della carta si effettua in 9 scuole su 10, quella della plastica in più di 7 su 10, mentre oltre 8 scuole su 10 smaltiscono correttamente anche i toner e le cartucce delle stampanti.
Sul versante dell’alimentazione nel 63,93% delle mense scolastiche dei capoluoghi regionali si servono pasti biologici, un risultato tuttavia lontano dalle punte di eccellenza e dagli obiettivi fissati dalla legge regionale 29/2002. Al contrario nella quasi totalità di esse (99,72%) si beve acqua del rubinetto.

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