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X Congresso Regionale Legambiente Emilia-Romagna

Consumo di suolo, energia e lotta ai cambiamenti climatici i temi cardine dei prossimi anni

Confermato alla guida dell’associazione il presidente Lorenzo Frattini

Si è concluso sabato sera il decimo congresso di Legambiente Emilia Romagna. L’appuntamento quadriennale è stato aperto dalla relazione del presidente Lorenzo Frattini, che ha presentato il documento congressualeLa battaglia per l’ambiente contro il degrado civile”.
Dalla discussione sono emerse come priorità dell’intera associazione per i prossimi anni, la lotta al consumo di suolo e alle infrastrutture autostradali, il tema dell’energia e la lotta ai cambiamenti climatici.

Oltre ai numerosi interventi di soci e società civile, hanno portato i loro punti di vista il segretario regionale della CGIL Vincenzo Colla, l’Assessore regionale Paola Gazzola, l’associazione Libera Emilia Romagna,il Sindaco di Maranello Lucia Bursi che ha portato l’esperienza sul Patto dei Sindaci.
Presenti anche Massimo Serafini, Angelo Gentili ed Andrea Poggio della segreteria nazionale di Legambiente.

“La grande partecipazione che si è vista a questo congresso – dichiara Lorenzo Frattini, rieletto Presidente regionale dell’associazione – e la voglia di discutere e confrontarsi sulle principali problematiche ambientali che coinvolgono l’Emilia Romagna ed il paese, ci danno nuovo entusiasmo a continuare con forza il nostro lavoro. Dopo la grande vittoria referendaria contro il nucleare e a favore dell’acqua pubblica, siamo ancora più fiduciosi nella capacità di vincere le altre grandi sfide che ci aspettano, partendo dallo stop al consumo di territorio, passando per la lotta ai cambiamenti climatici che si attua col risparmio energetico e la produzione di energia rinnovabile e diffusa, senza perdere di vista che queste tecnologie devono essere fatte nel rispetto dei cittadini e del territorio”

Dal congresso regionale escono numerosi spunti, la richiesta di partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, l’invito agli amministratori di mettere in atto le buone intenzioni spesso solo enunciate l’attenzione alle aree più marginali come l’Appennino, la necessità di ripensare i modelli economici e di produzione che vedono nel PIL l’unico valore.

Una forte stigmatizzazione è emersa anche dalle recenti prese di posizione del neo ministro all’Ambiente Clini: l’associazione vigilerà sull’operato del ministero all’ambiente, chiedendo che si restituisca il ruolo da protagonista che il Ministero ha perso negli ultimi anni. Non è certo con dichiarazioni a favore di nucleare ed OGM, che si possono perseguire questi obiettivi.

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