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Nomina del nuovo presidente di ATESIR

Auguri di buon lavoro a Virginio Merola, nuovo presidente del Consiglio D’ambito dell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti.

Sarà un lavoro delicato e dovrà dotarsi di una struttura tecnica adeguata all’interlocuzione con le grandi multiutility della regione

E’ di questi giorni la notizia della nomina a presidente del Consiglio d’ambito per l’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATESIR), di Virginio Merola, sindaco di Bologna.
Ci congeatuliamo con il nuovo presidente, augurandogli un buon lavoro, sapendo che il ruolo richiederà un forte impegno per governare un tema delicato come quello della gestione dei servizi pubblici
Auspichiamo che ora il nuovo organismo si doti di una struttura tecnica all’altezza del compito ed in grado di affrontare i numerosi e delicati nodi sul tavolo, raccogliendo la molteplicità di richieste ed esigenze provenienti dal territorio.
In una regione come l’Emilia Romagna, dove il servizio rifiuti e quello idrico sono gestiti da multiutility di dimensioni nazionali, è necessario un forte ruolo politico e di controllo da parte di ATESIR, ed un livello tecnico di primo piano. Riteniamo infatti che fin dal primo giorno di insediamento sia indispensabile rimarcare il ruolo forte di ATESIR: non una scatola vuota ma una struttura realmente in grado di definire politiche virtuose a livello regionale, sia in ambito di gestione delle risorse idriche, che nella programmazione e controllo della gestione rifiuti.
In particolare la struttura dovrà essere in grado da un lato di avere una conoscenza puntuale dei territori, rispondendo a criticità ed esigenze locali, e dall’altro dovrà garantire un’interlocuzione adeguata con le Multiutility regionali, senza alcun rapporto di sudditanza.

Sul versante dei rifiuti in particolare l’Agenzia dovrà essere in grado di applicare in tempi rapidi le migliori esperienze di raccolta differenziata già presenti sul territorio, andando a ridurre i fabbisogni di smaltimento e l’uso di impianti di discarica ed incenerimento.
Molto importante sarà riuscire a mettere il tema della riduzione – oggi lasciato alla buona volontà dei cittadini- all’interno delle politiche di gestione, anche mediante la leva della tariffa.
Certamente in questo settore rimane da colmare una forte asimmetria tra la presenza di un organismo di gestione regionale e la mancanza di una pianificazione di analogo livello, viso che ad oggi ancora non è stato presentato il Piano Direttore tanto promesso dalla Regione.
Tale incongruenza manifesta i suoi risultati nella gestione degli smaltimenti che oggi vedono di fatto una pianificazione locale, ma proposte impiantistiche che sembrano già avere sullo sfondo strategie regionali: la costruzione di un inceneritore di taglia doppia del necessario per i rifiuti urbani di Parma, l’idea di ampliamento dell’inceneritore di Modena, la Provincia di Reggio che chiudendo il proprio impianto ormai obsoleto sembra dare per scontato l’invio dei propri scarti fuori provincia.

Sul versante del Servizio Idrico Integrato, il primo nodo da sciogliere è sicuramente quello di non vanificare l’esito referendario, recependo le indicazioni “del popolo dell’acqua” e dando corso all’abrogazione del 7% di remunerazione garantita dalle bollette. Contemporaneamente, avviare una riflessione approfondita su ipotesi di affidamento del SII a Società di gestione di diritto pubblico, scorporando laddove necessario il servizio idrico dagli altri servizi in carico alle multiutility.
Ricordiamo infatti che in due province della regione (Reggio Emilia e Piacenza) gli affidamenti sono in scadenza, e si pone con urgenza la necessità di dare risposte coerenti con l’esito referendario e la volontà espressa dai territori con il loro voto. Senza dimenticare la necessità di dare piena espressione al diritto di partecipazione dei cittadini sulla gestione dei beni comuni, anche questo sancito dall’esito referendario. In questo auspichiamo un pronto avvio di tutte le forme di partecipazione previste dalla nuova legge sull’ATO regionale.
Ma è necessario anche affrontare i problemi strutturali del servizio idrico, come quelli relativi alla rete depurativa della zona del riminese che va in tilt ad ogni pioggia intensa, così come quelli relativi alla coerenza del sistema di tutela della qualità delle acque potabili e dell’efficientamento delle reti e del sistema depurativo in area vasta.

La nostra associazione eserciterà su questi temi il proprio ruolo di stimolo e si confronterà per giudicare l’operato di ATESIR e del suo presidente.