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Qualità dell’aria in Emilia-Romagna: male anche in estate

Già superati, in 5 capoluoghi della regione, i 25 giorni di sforamento concessi per le concentrazioni di ozono nell’aria

Legambiente ha presentato le proposte per l’accordo quadro qualità dell’aria in Regione: è indispensabile adottare misure efficaci sia nel breve che nel lungo periodo

Il problema della qualità dell’aria in Emilia-Romagna ed in tutto il bacino padano, non si limita alle altissime concentrazioni di PM10 invernali, che hanno fatto scattare la procedura di infrazione all’Unione europea. Anche in questo torrido luglio la qualità dell’aria preoccupa, non per le polveri sottili ma per le alte concentrazioni di Ozono registrate nelle città: sono infatti cinque i capoluoghi di provincia (Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara), che hanno già esaurito il “bonus” dei 25 giorni all’anno di superamento del limite di 120 µg/m3 di Ozono sulla media di 8 ore.

CAPOLUOGO Piacenza Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara
GIORNI DI SUPERAMENTO 33 34 28 35 32

Ad alte concentrazioni l’ozono può causare effetti immediati: nei soggetti più sensibili, può irritare il sistema respiratorio causando tosse e provocare irritazione di gola e polmoni, può ridurre la funzione polmonare e può aggravare inoltre asma ed altre patologie respiratorie.  Gli stessi siti istituzionali forniscono consigli per ridurre l’attività fisica all’aperto durante gli episodi di inquinamento acuto.

Anche alla luce di questa continua emergenza sanitaria, Legambiente ha presentato le proprie proposte per l’accordo regionale quadro sulla qualità dell’aria: un accordo di durata triennale che dovrà necessariamente prevedere misure importanti per la risoluzione di una delle principali problematiche ambientali e sanitarie del bacino padano.

La bozza di accordo presentata dalla Regione Emilia-Romagna è una buona base di partenza, ma insufficiente a risolvere i problemi se non verrà implementata con azioni obbligatorie e quantificabili.

Sulle azioni emergenziali è necessario più coraggio, dando segnali univoci ai cittadini. Una volta superata la soglia di legge delle 35 giornate di sforamento i blocchi del traffico, se si decide di farli, devono essere applicati in modo serio se non si vuole che appaiano agli occhi dei cittadini come un’inutile foglia di fico. È quindi necessario prevedere una vera limitazione dei veicoli circolanti, inclusi i ciclomotori, derogando esclusivamente per veicoli elettrici e a gas. Va inoltre rimossa la possibilità di deroga dei blocchi, e inserito un meccanismo che preveda l’obbligatorietà di innesco di tutte le azioni emergenziali, una volta superato il trentacinquesimo giorno di superamento dei limiti. Infine anche le aree coinvolte dal blocco del traffico non possono essere limitate ai soli centri storici.

Fondamentale anche un pacchetto di azioni che favoriscano la mobilità pubblica su gomma e ferro e azioni per lo sviluppo di una “cultura ambientale”, come l’obbligo di chiusura delle porte dei pubblici esercizi sia di inverno che d’estate, per evitare inutili sprechi energetici.

Solo se il pacchetto d’azioni sarà costruito da atti coraggiosi e pragmatici, la nostra regione riuscirà ad uscire dalla situazione di perenne emergenza. L’associazione auspica che la Regione voglia ascoltare queste istanze, abbandonando la posizione di chiusura e autoreferenzialità mostrata nella fase di presentazione dell’accordo.