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Passante Nord: la nostra risposta a Confindustria

Sbagliato puntare su opere ormai inutili, a solo beneficio di pochi grandi gruppi di costruttori.
L’associazione degli industriali farebbe meglio a chiedere di destinare i soldi per interventi diffusi su viabilità esistente e trasporto ferroviario, a favore delle piccole imprese del territorio.
Finalmente Merola ed i Sindaci capiscano i limiti dell’operazione.

passantenordEsprimiamo apprezzamento per il fatto che Merola, e soprattutto alcuni sindaci del territorio, si siano resi finalmente conto degli impatti troppo elevati del Passante Nord, associati anche al rischio di aumento dei costi a carico del pubblico, a fronte di un’inutilità dell’opera attestata dalla stessa Autostrade per l’Italia.
Riteniamo improprio e miope che Confindustria attacchi le istituzioni solo per aver messo in discussione l’opera. Rimanendo ai dati di fatto, è la stessa Autostrade per l’Italia, incaricata di progettare e poi gestire il Passante a giudicarlo, nei suoi stessi documenti, inutile con “modesti benefici trasportistici attesi per la collettività”, “consistenti impatti territoriali ed ambientali”, e “scarsa sostenibilità dell’analisi costi-benefici”.
Gli impatti sull’agricoltura, biglietto da visita del Made in Italy nel mondo, sono già stati segnalati di recente dalle associazioni di categoria.
Vi è anche il dubbio che i finanziamenti stanziati da ANSPI non siano sufficienti per opere accessorie, compensazioni e imprevisti, con il forte rischio di aggiungere altro peso alle già impoverite casse pubbliche, sottraendo risorse ad altre priorità.
Non serve a nessuno consumare nuovo suolo, impoverire le risorse economiche pubbliche del territorio bolognese e la sua capacità agricola, per un’opera stradale inutile dal punto di vista trasportistico.
Vi è invece tutto lo spazio politico per rinegoziare i 1300 milioni di euro previsti per il Passante, su interventi, quelle si utili, di adeguamento della viabilità locale e del servizio di trasporto pubblico. Si tratterebbe di opere diffuse sul territorio, a misura delle piccole e medie imprese locali.
Spiace che Confindustria veda nel proprio orizzonte solo grandi cantieri, a favore di pochi colossi delle costruzioni.