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Autostrada Ti-Bre, lo scempio sconosciuto

L’appello a PD e M5S: è un’opera inutile da fermare, mostrate ai cittadini che la politica può ancora cambiare le cose.

Abbiamo presentato ieri un video di informazione e denuncia sul progetto di autostrada TI-BRE ormai di imminente realizzazione. Un progetto inutile ed un vero scempio per la pianura parmense del Parmigiano Reggiano, di cui pochissimi sanno l’esistenza, gli scopi ed i costi.

Proprio per rompere questa cappa di disinformazione abbiamo deciso di produrre e lanciare in rete il video che trovate qui sotto. Il video reportage vuole raccontare la nuova insensata colata di cemento e asfalto pensata con il miraggio di collegare AutoCisa all’AutoBrennero, ma che in realtà unirà solo Ponte Taro a Trecasali, due località nella bassa parmense: 9 chilometri di nuova autostrada che attraverseranno 2 Siti di Interesse Comunitario e distruggeranno più di 70 ettari di suolo. Il tutto costerà oltre 513 milioni di euro, di cui 30 per nuove strade cosiddette “complementari” e viabilità di cantiere; denaro che AutoCisa ricaverà tramite un aumento del pedaggio del 7,5% all’anno per 8 anni, dal 2010 al 2018.

L’autostrada Tirreno-Brennero è un progetto vecchio che risale agli anni ’70 e che è stato riesumato nel 2009 per consentire alla Società autostradale di prorogare in automatico la concessione fino al 2031. Un’alternativa a questa devastante opera sarebbe la realizzazione del TI-BRE ferroviario, che prevede di collegare la ferrovia Pontremolese ad altri tratti di ferrovia già esistenti arrivando fino a Verona; costerebbe la metà e salverebbe dal cemento terreno agricolo, prati stabili, fontanili ed ecosistemi in cui nidificano specie rare.

Durante la presentazione la nostra ssociazione, assieme a cittadini, comitati ed altre associazioni ha lanciato un appello alla politica in particolare a PD e M5S di Parma, chiedendo di esprimersi chiaramente sull’opera e di mettere in campo tutte le azioni possibili per ridiscuterla. Un’opera che ora è percepita chiaramente come inutile da molti amministratori locali ai quali Legambiente chiede di non rimanere in silenzio e, anzi, raddoppiare gli sforzi per informare, cambiare i progetti e vigilare sulla legalità.

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