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Ancora troppi pesticidi in agricoltura: danni per l’ambiente e la salute umana

Ancora troppi pesticidi in agricoltura, danni per l’ambiente e la salute umana. La Pianura Padana tra le più colpite.

La Regione Emilia-Romagna investa nel diventare un modello italiano per offrire agli agricoltori ricerca, assistenza tecnica e formazione sui metodi di agricoltura biologica estendendo la produzione bio al 25 per cento entro il 2020.

Proposta la costituzione di un distretto bio e ogm free per l’area del parmigiano reggiano.

Ridurre da subito il più possibile l’uso dei pesticidi e offrire agli agricoltori ricerca, assistenza tecnica e formazione sui metodi di agricoltura biologica. Sono queste le richieste che arrivano alla Regione Emilia-Romagna dal Treno Verde a margine del dibattito “Via i pesticidi dal campo… e dal piatto: quali politiche per ridurre la chimica in agricoltura”, promosso questa mattina a Parma a conclusione della tappa emiliana della storica campagna nazionale di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato dedicata quest’anno all’agricoltura e all’alimentazione in vista di Expo Milano 2015.
All’incontro erano presenti: Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna; Maria Grazia Mammuccini, portavoce tavolo delle associazioni ambientaliste e del biologico; Paolo Carnemolla, presidente nazionale Federbio; Elisabetta Tedeschi, Conapi.

Un grido d’allarme sollevato anche dal recente rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che documenta l’incremento di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee. Cumuli di molecole residue che aumentano in alcune regioni tra le quali Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna: in quest’ultima la presenza di pesticidi è stata riscontrata nell’87,5% dei campioni analizzati nel periodo compreso tra 2011 e 2012.
L’agricoltura italiana in questi anni, nel quadro della scelta di “qualità” che è l’unica che può garantire la sopravvivenza stessa degli agricoltori, ha fatto importantissimi sforzi rivolti al raggiungimento dell’uso sostenibile dei pesticidi. Anche se la vendita di pesticidi è calata del 10 per cento la contaminazione continua purtroppo ad essere diffusa e cumulata, stando agli ultimi dati diffusi dall’Ispra. C’è, quindi, ancora molto lavoro da fare per fare in modo che sulle nostre tavole non arrivino prodotti dannosi sia per la salute umana che per l’ambiente.
La strada maestra è quella di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica ovvero adottando quei metodi che sostituiscono all’intervento chimico l’utilizzo dei meccanismi naturali di difesa delle piante e del suolo come chiediamo nel nostro Manifesto per una nuova agricoltura – sottolinea Mattia Lolli, portavoce del Treno Verde – Si tratta di metodi che implicano un continuo accrescimento di conoscenza e di sperimentazione e quindi anche crescente professionalità dell’agricoltore. L’Emilia-Romagna può fare da modello in Italia, ma non basta la buona volontà degli agricoltori. Per questo chiediamo alla Regione di promuovere ricerca, assistenza tecnica e formazione sui metodi di agricoltura biologica, biodinamica e naturale e sul miglioramento genetico delle colture”.
Il recente rapporto pubblicato dall’Ispra indica ancora una volta l’Italia come il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata dell’Europa occidentale, con un consumo pari a 5,6 chili per ettaro ogni anno. Un valore doppio rispetto a quelli della Francia e della Germania. Il dato, sottolinea l’Ispra, continua ad essere molto alto sia per quanto riguarda il numero di residui di fitosanitari rinvenuti sia che per la quantità di punti di contaminazione. Nel 2012, anno di riferimento della ricerca Ispra, nelle acque superficiali il 17,2% dei punti monitorati presenta concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Cresce anche la varietà delle sostanze riscontrate: 175 tipologie di pesticidi nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e di 118 del biennio 2007-2008. E le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono il glifosate, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina.
Un allarme arrivato lo scorso mese dal Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (di cui fanno parte Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, Firab, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slowfood, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura,SIEP, UpBio WWF) che da tempo sono al lavoro sul Piano di Azione Nazionale (PAN) sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi previsto dalla direttiva europea del 2009 e adottato in Italia solo nel 2014. Secondo le associazioni, il Piano italiano non contiene proposte concrete per tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente. Non è prevista una sensibile riduzione delle sostanze chimiche in uso, ma solo l’obbligo dal novembre 2015 di rispettare ciò che andrebbe rispettato per legge, ossia le prescrizioni contenute sulle etichette degli agrofarmaci. In quell’occasione il Tavolo aveva ribadito la necessità che i provvedimenti in attuazione del PAN seguano un iter trasparente visto che riguardano temi fondamentali per tutti i cittadini come la tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari.
Considerata la fama e il valore simbolico dei prodotti di qualità dell’Emilia-Romagna prodotti in un territorio sano, chiediamo la costituzione di un distretto bio per l’area del parmigiano reggiano e quindi con una filiera di mangimi ogm free.