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I nostri giudizi sul bilancio regionale

Contraddittoria la visione della mobilità della regione: nelle infrastrutture il trasporto pubblico resta fanalino di coda, mentre si conferma la priorità a strade e autostrade.
17 milioni il regalo ai costruttori per l’inutile People Mover bolognese, mentre il servizio ferroviario metropolitano rimane al palo.
Bene invece lo stanziamento di risorse dedicate al dissesto alla difesa del territorio.

Approvato martedì in assemblea legislativa il bilancio regionale, documento che mette nero su bianco le politiche della nuova Giunta Regionale sul tema dei trasporti.
Rimarchiamo come, rispetto alle infrastrutture, la netta priorità del nuovo presidente Bonaccini rimane l’asfalto, che copre oltre l’80% di risorse.
Si consolida infatti in bilancio lo stanziamento di 179.700.000 euro per la costruzione dell’autostrada Cispadana, un’opera che non servirà certo a risolvere i problemi della mobilità locale, ma che devasterà il territorio e favorirà l’inquinamento.
Altro investimento rilevante sui trasporti sono i 17 milioni dedicati alla costruzione del People Mover. Non passa infatti l’emendamento che chiedeva di cassare lo stanziamento per quest’opera inutile, facilmente evitabile utilizzando la linea ferroviaria esistente e terminando la fermata B.P. Scalo, oggi al grezzo: soluzioni che consentirebbero un notevole risparmio e maggiore funzionalità rispetto al People Mover.
Risorse, quelle del People Mover che sarebbero certamente più efficaci se investiti sul servizio ferroviario metropolitano ancora da completare e che potrebbe attrarre ulteriore utenza togliendola dagli spostamenti su gomma.
Apprezzabile invece l’investimento in spesa corrente sulla gestione del servizio, che tenta di arginare i tagli, ma che in assenza di investimenti in infrastrutture non consente una crescita di utenza e l’auspicabile implementazione del servizio ferroviario regionale, ai livelli delle città più avanzate del Nord Europa.
Un plauso invece va agli stanziamenti per la protezione del territorio dal dissesto. Risorse utilissime che possono mettere in moto la grande opera diffusa della messa in sicurezza. Auspichiamo che non vadano però a finanziare progetti di mera canalizzazione e cementificazione dei corsi d’acqua con logiche progettuali da anni ’70, ma che vengano prese in considerazione tutte le più moderne tecniche di ingegneria naturalistica e di interventi idraulici compatibili con la naturalità del fiume.