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Parma premiato come primo capoluogo “Riciclone” d’Italia

Meno di 145 kg pro capite smaltiti dai cittadini di Parma: un dato che non impedisce ad Iren di chiedere l’ampliamento dell’inceneritore

L’11 luglio anche noi in piazza contro l’art 35 dello Sblocca Italia, per chiedere il ritiro della richiesta di ampliamento del forno di Parma

Premiati oggi a Roma i Comuni Ricicloni d’Italia. Tra le tante amministrazioni virtuose spicca il dato di Parma, che nel giro di 2 anni ha saputo non solo incrementare la differenziata, ma anche ridurre la produzione pro capite del 9%; E’ il primo Comune con 200 mila abitanti ad aver superato il 65% di differenziata, smaltendo solo 143 kg/ab/anno contro una media regionale di poco meno di 350 kg/ab/anno: un esempio per tutte le città capoluogo.

Un dato questo, che dimostra la bontà della scelta del porta a porta integrale su tutto il territorio del Comune, che ha visto anche nelle scorse settimane l’attivazione della tariffa puntuale. Un sistema che consente, seppur in maniera ancora limitata, di far risparmiare chi produce meno rifiuti.

Un dato quello di Parma, che fa risaltare l’assurda richiesta di Iren, a seguito dell’approvazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, di ampliare la capacità di bruciare rifiuti del nuovo inceneritore della città. Confrontando i dati di produzione di rifiuto indifferenziato di Parma e Provincia con la richiesta di ampliamento del forno, è evidente che la strada intrapresa da Iren sia quella del business dei rifuti, e non dell’impiantistica necessaria all’autosufficienza territoriale.

Per questo saremo in piazza l’11 luglio, con la richiesta di stop all’ampliamento del forno di Parma. Una volontà che non si limita a chiedere lo stop all’ampliamento del forno di Parma, ma estende la richiesta anche a quello di Forlì, gestito da Hera. Una posizione ferma contro l’articolo 35 dello Sblocca Italia, che le multiutility nostrane stanno utilizzando per fare affari sulla testa di cittadini ed amministrazioni, infischiandosene della tutela dell’ambiente.

L’atteggiamento delle grandi multi utility regionali dimostra ancora una volta l’assenza di un vero controllo pubblico su queste società partecipate, impegnate ormai esclusivamente nella ricerca di utili. Ribadiamo la necessità di una forte presa di posizione della politica regionale, che riporti queste aziende nell’alveo del controllo pubblico.

A questo link il dossier Comuni Ricicloni 2015