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Una sentenza conferma gli abusi edilizi a Comacchio

Una sentenza conferma gli abusi edilizi a Comacchio, che segnalammo in procura già nel 2008

E’ la conferma nel Comune nel cuore del Delta del Po che le procedure urbanistiche presentano troppe zone d’ombra.

Chiediamo alla politica l’apertura di un dossier che analizzi tutte le procedure urbanistiche applicate negli ultimi 15 anni e ringraziamo gli uffici della Procura e Guardia di Finanza per l’importante lavoro svolto finora

Commentiamo positivamente il risultato dell’inchiesta sul Residence “Regina Mare” a Lido di Pomposa, che ha portato alla conferma di un colossale abuso edilizio su sei ettari di costa a Lido di Pomposa, nel Comune di Comacchio, e alla condanna in primo grado degli imputati considerati responsabili .

Una vicenda su cui siamo coinvolti da tempo, tanto da portare più di una segnalazione in Procura tra il 2008 ed il 2016. Un caso importante questo ma non isolato, date le numerose segnalazioni che abbiamo inviato su più di una vicenda urbanistica e le diverse battaglie in corso sul piano legale.

Un avvenimento, quello di ieri, che conferma i nostri dubbi sulla gestione a dir poco opaca delle procedure urbanistiche avvenuta negli ultimi 15 anni nel Comune ferrarese. Fatto già grave in sé, ma ancora peggiore se consideriamo l’importanza naturalistica e di preservazione della biodiversità di una delle aree più delicate della regione come quella del Delta del Po, da troppi anni sotto attacco del cemento.
Ora si apra subito una approfondita analisi delle procedure urbanistiche che in questi anni hanno portato troppe volte a superare i molti vincoli ambientali derivanti da norme nazionali, oltre che dallo stesso Piano Paesistico Regionale, ed hanno riguardato tanto le scelte del Comune di Comacchio quanto i pareri della Provincia di Ferrara.

Un ringraziamento particolare va agli uffici della Procura e della Guardia di Finanza, per l’accurato lavoro di approfondimento svolto in questi anni.