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Cassa di espansione del Baganza: impatto ambientale inaccettabile

Procedura di Via inadeguata, senza alternative

Legambiente e WWF hanno presentato le osservazioni allo studio di impatto ambientale del progetto definitivo di cassa di espansione del torrente Baganza. Esito di un percorso di confronto e di analisi di un paio di anni, le valutazioni delle associazioni riguardano alcuni importanti principi di tutela della qualità degli ambienti fluviali, già posti all’attenzione della Regione Emilia-Romagna, dell’AIPO e dell’Autorità di Bacino.

Principi che il progetto definitivo non riesce a soddisfare, in quanto anche in questo passaggio avanzato della progettazione, l’opera viene pensata senza la necessaria integrazione con gli interventi di riqualificazione fluviale che sarebbe possibile realizzare a monte e a valle. Le associazioni riconoscono che a livello di pianificazione e di analisi non mancano proposte interessanti e condivisibili di ripristino di condizioni di naturalità e quindi di sicurezza del corso d’acqua, ma questo non viene tradotto in progetti di intervento cantierabili e finanziati. “Avendo accolto in modo molto favorevole l’approvazione delle linee guida regionali per la riqualificazione fluviale due anni fa, siamo veramente delusi osservando che nessuna delle tipologie di intervento descritte da questo importante strumento tecnico è prevista dal progetto, né come integrazione, né come misura di compensazione o di mitigazione dell’impatto ambientale. A questo punto ci chiediamo: erano sbagliate le linee guida o è sbagliato il progetto?” afferma Emanuele Fior di Legambiente Emilia-Romagna. Le associazioni sono critiche anche sulle alternative progettuali: non si sono volute considerare importanti proposte alternative, come quella formulata dalla Provincia di Parma.

Per Enrico Ottolini, Delegato regionale del WWF Italia, “questa è l’ultima occasione che abbiamo per restituire alla natura e alla collettività un torrente in buono stato di salute: l’idea di un’opera colossale inserita in un corso d’acqua ancora degradato, senza alcuna proposta concreta per migliorarne qualità e funzionalità, è una prospettiva che non possiamo accettare”.

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