Goletta Verde di Legambiente assegna la “bandiera nera” all’amministrazione di Cervia

Politica del calcestruzzo e cattiva pianificazione urbanistica. “No ai 4.500 nuovi alloggi e ai 4.000 posti letto nel settore ricettivo, e ad un nuovo grattacielo a Milano Marittima favore di un turismo sostenibile e diffuso”.

In occasione della conferenza stampa per la presentazione dei dati relativi all’Emilia-Romagna di Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, si è affrontato il tema del consumo di suolo e dell’avanzante cementificazione delle coste, a tutto svantaggio del turismo sostenibile e del paesaggio costiero.

“Uno dei casi più dolenti di uso distorto della pianificazione urbanistica e di cementificazione della nostra costa riguarda sicuramente il comune di Cervia – commenta Lorenzo Frattini, presidente Legambiente Emilia Romagna. Quest’anno, abbiamo deciso di assegnare la bandiera nera, poco ambito vessillo per i nuovi pirati del mare, proprio all’amministrazione comunale di Cervia per aver perseverato nel portare avanti la politica del calcestruzzo. Già nel 2008 avevamo assegnato una bandiera nera e con amarezza constatiamo che le stesse motivazioni restano più che mai attuali: dopo innumerevoli varianti al vecchio Prg e addirittura ben due varianti al ricettivo, la cementificazione è continuata e le aree verdi si sono conseguentemente ridotte. Tra le altre cose, nel nuovo PSC stiamo parlando – continua Frattini – di nuovi 4.500 alloggi e di addirittura 4.000 nuovi posti letto per il settore ricettivo, senza contare gli innumerevoli parcheggi sotterranei adiacenti al mare. Assistiamo a un netto e stridente contrasto tra le scelte locali e le criticità ambientali del territorio, dalla subsidenza alla ingressione marina fino all’erosione della costa, che tra l’altro sono state rilevate dalla stessa amministrazione nel quadro conoscitivo del PSC. Ci domandiamo come sia possibile immaginare di mettere in piedi nuove migliaia di alloggi con la pesante crisi economica in atto che stenta a riempire le strutture ricettive già esistenti sul territorio. E, d’altro canto, non si pensi, invece, di sfruttare i posti già esistenti con formule innovative e meno impattanti come gli alberghi diffusi. E, infine, non possiamo dimenticare di citare il progetto di un ulteriore grattacielo a Milano Marittima che dovrebbe sorgere in una delle ultime aree di pregio ambientale e con criticità idrogeologiche previsto al di fuori del percorso di redazione del nuovo PSC, con le solite politiche di scorciatoia urbanistica molto diffuse in regione. Insomma – conclude Frattini – questa ci sembra davvero una direzione di marcia opposta a quella che la situazione ambientale ed economica richiederebbe oggi per una valorizzazione della costa”.

“Vorremmo enfatizzare, inoltre – aggiunge Marino Previtera, presidente del circolo di Cervia Milano Marittima -, un’altra problematica è quella dovuta agli emungimenti nelle centinaia attività di drenaggio nei cantieri di costruzione, il cosiddetto dewatering dei terreni di fondazione. Alcuni studi effettuati nel Comune di Cervia hanno riscontrato che un intervento edilizio di medie dimensioni richiede l’estrazione di circa 25.000-30.000 metri cubi di acque freatiche. Pertanto, negli ultimi anni solo nel cervese si possono stimare, a seguito delle centinaia di autorizzazioni edilizie rilasciate, un prelievo complessivo di alcuni milioni di metri cubi di acque sotterranee. E’ stato accertato che tali emungimenti determinano situazioni locali di intrusione salina, che possono portare nel tempo ad una progressiva salinizzazione dell’acquifero con effetti sulla vegetazione e sugli ecosistemi. Nonostante questa forte criticità ambientale, non è stato possibile reperire dati esatti sui prelievi dalla falda freatica superficiale. Per avere comunque un’idea dell’entità del fenomeno – conclude Previtera – si consideri che ogni 100 cantieri di media dimensione, vengono sprecati circa 3 miliardi di litri d’acqua dolce, pari al consumo annuo di una città di oltre 30.000 abitanti”.