Quei capannoni fantasma a Granarolo

Fonte: Repubblica.it Bologna

Capannoni a Granarolo alti dieci metri, larghi il doppio e lunghi almeno 40, struttura in metallo, pavimento di cemento con tanto di impianti elettrici e antiincendio risultano «strutture precarie copriscopri funzionali a operazioni temporanee di carico e scarico» stando alla documentazione in possesso del Comune. «Se non è così verificheremo» promette il sindaco Pd Loretta Lambertini. Che aggiunge: «Ho già ordinato una verifica ai Vigili urbani e all’ufficio tecnico per valutare se ciò che è stato realizzato corrisponde a quello che risulta dalle carte che sono state presentate in Municipio».

Dopo le polemiche suscitate dall’applicazione piuttosto «larga e disinvolta» dello strumento urbanistico “H11”, che consentiva a coloro che avevano la casa nel raggio di 300 metri da una nuova strada di trasferire le cubature su propri terreni anche al di fuori della pianificazione edificatoria, ecco una nuova battaglia sull’uso del suolo nel Comune alle porte di Bologna e più in generale nelle “Terre di pianura” in procinto di essere attraversate da un’opera come il Passante autostradale. Lambertini però nega che i due capannoni siano addirittura stati costruiti su terreno agricolo come asserisce l’opposizione capeggiata da Carlo Trenti sventolando una visura catastale.

«Si dimentica che nel 2004 fu votata una variante, poi approvata anche dalla Provincia, in cui quel terreno veniva destinato ad “Ambiti produttivi sovracomunali”. Pertanto — conclude — non si tratta più di terreno seminativo». Forse il catasto non ha ancora recepito la modifica, ma di sicuro i capannoni di via Minghetti a Cadriano realizzati dalla ditta Meliconi, sono tutto meno che precari e provvisori. Benché abbiano una copertura di materiale rimovibile tipo telo, la loro struttura è più che stabile. O almeno non corrisponde ai requisiti che il Consiglio di Stato ha definito per struttura provvisoria, vale a dire un impianto parametrato ad una esigenza limitata nel tempo e rimovibile con facilità. Tanto più che nel corso della realizzazione, è stato coperto con una lastra di cemento uno scolo della Bonifica nel mezzo di una pianura in cui gli allagamenti sono ormai endemici. Infatti, oltre all’indagine del Comune di Granarolo, dovrebbe essere in atto anche un’altra verifica da parte della stessa Bonifica il cui nullaosta è una condizione imprescindibile per procedere alla costruzione dei capannoni.

Insomma, anche in considerazione del fatto che la “Denuncia di inizio attività” è stata protocollata in Comune nel giugno 2009, risulta difficile asserire che si tratta di una struttura provvisoria e temporanea. Sembrerebbe, come assicura l’opposizione nel Comune di Granarolo, di essere di fronte a una cronicizzazione dello stesso provvisorio. La polemica è aperta e si allarga anche al ruolo dei tecnici. La lista civica dello stesso Trenti, “Impegno per Granarolo”, ha contestato l’operato del responsabile tecnico del Municipio, l’architetto Aldo Ansaloni, nella doppia veste di titolare di un ufficio pubblico da una parte e libero professionista dall’altra. Nessuna accusa di violazione della legge, piuttosto dubbi sul piano dell’opportunità. Ansaloni, secondo l’opposizione, avrebbe valutato l’iter dei capannoni Meliconi curato da un professionista che con lo stesso Ansaloni lavora a progetti in seno all’associazione di Comuni “Terre di pianura” (di cui fa parte anche Granarolo). Ansaloni ha minacciato di querelare chi ha messo in dubbio il suo operato, ma qui non sono in ballo reati o irregolarità, precisano gli accusatori, bensì una questione di opportunità e di potenziali conflitti di interessi come quelli che portarono alle dimissioni dell’assessore all’urbanistica di San Lazzaro Leonardo Schippa.

È ancora il sindaco Lambertini a intervenire su queste che definisce «illazioni», troncando la discussione. «L’architetto Ansaloni non ha mai lavorato da libero professionista nel nostro Comune, ma altrove può farlo. Non siamo di fronte a nessuna mancanza di tipo deontologico e quindi credo che si possano respingere queste velate accuse perché prive di fondamento». Certo è che sull’uso del suolo, il cui
risparmio è predicato in decine di convegni anche dal Pd, si concentra ormai una discussione accanita in vista della volontà di realizzare il Passante da parte di Regione, Governo, Provincia e alcuni Comuni, che rischia di alimentare di nuovo la corsa alle urbanizzazioni.