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Energia: Legambiente su posizione Confindustria Emilia Romagna

Perplessità dell’associazione sulla posizione espressa dagli industriali al forum regionale sull’energia: una richiesta di ritorno al nucleare?

E un richiamo alla Regione: a questi tavoli anche mondo ambientalista e società civile

Legambiente replica a quanto espresso ieri dal rappresentante di Confindustria Emilia Romagna durante il forum regionale dell’energia, che nel proprio intervento ha glissato sul tema del risparmio energetico, mentre ha lasciato intendere come la possibilità di impianti nucleari possa rispondere ad esigenze di riduzione dei costi energetici.

L’associazione ambientalista ricorda come la scelta di realizzare centrali nucleari in Italia o in Regione risulti inconcepibile da ogni punto di vista, sia ambientale che economico, oltre che già messa al bando da una giusta risoluzione dell’Assemblea legislativa regionale.
La tecnologia francese EPR proposta in Italia, descritta nel nostro Paese come un gioiello tecnologico, non ha risolto nessuno dei problemi noti da decenni, a partire da quello dello stoccaggio delle scorie e della sicurezza intrinseca dei reattori.
In particolare, a novembre 2009 le Autorità per la sicurezza nucleare francese, finlandese e britannica hanno evidenziato delle gravi lacune nel sistema di sicurezza dell’EPR e ordinato alla società costruttrice di modificare pesantemente il progetto.
Anche sui costi nessuno sa ancora quali saranno veramente, dato che le cifre di cui si sente parlare sono andate sempre più aumentando negli ultimi due anni. Un chiaro esempio è dato dal reattore in costruzione in Finlandia a Olkiluoto che ha visto lievitare costi e i tempi di realizzazione.

Infine è bene ricordare che il problema del costo del chilovattora in Italia è dato essenzialmente dalla mancanza di concorrenza, come ci ricorda anche l’Unione Europea.

“Oggi gli imprenditori del paese e della regione dovrebbero cercare di recuperare il ritardo accumulato sulle tecnologie delle rinnovabili e dell’efficienze energetica piuttosto che lanciarsi in improbabili avventure nucleariste” -afferma Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna- “Inoltre per le categorie economiche sarebbe più utile ragionare su di un sistema chiaro di pianificazione e di regole regionali che consenta una corretta diffusione delle rinnovabili, semplificando la vita a quegli interventi che si inseriscono correttamente nel territorio e chiarendo quali invece non sono accettabili”.

Disappunto da parte dell’ Associazione per il cammino di consultazione intrapreso dalla Regione, che sembra non coinvolgere mondo ambientalista e forze sociali. Legambiente ricorda che la Green Economy può essere un’opportunità per superare la crisi ma deve contenere la prospettiva di un nuovo modello sociale e culturale: se viene visto solo dal lato delle forze economiche è un percorso che rischia di non avere futuro.
“Molti progetti di impianti a fonti rinnovabili oggi trovano ostilità da parte della popolazione perché catapultati sul territorio senza pensare al corretto coinvolgimento dei cittadini. Forse è ora di avviare una vera stagione di pianificazione e coinvolgimento dei cittadini” conclude Frattini.