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Ricerche idrocarburi in Appennino: chiarezza ed informazioni ai cittadini

Si sospendano i permessi di ricerca in attesa di maggiori delucidazioni

Siamo ancora in una fase di indagine, ma Legambiente si dice contraria fin da subito a permessi di estrazione di gas o petrolio nei pressi di aree tutelate e di pregio, e all’utilizzo di metodologie di ricerca non convenzionali con fratturazione idraulica

Da alcuni mesi sono state depositate presso la Regione diverse richieste di indagini geologiche per la ricerca di idrocarburi nell’Appennino tra Bologna e Modena.
I progetti, fortemente lacunosi, hanno suscitato una giusta preoccupazione da parte di cittadini e amministratori, allarmati anche dalla mancanza di informazione sullo scopo di tali ricerche, in un territorio già esplorato da Eni, che non ha mostrato indizi di giacimenti o sacche rilevanti di idrocarburi.
Tra i maggiori motivi di inquietudine, il coinvolgimento della società proponente, la Hunt Oil, in metodi di ricerca non convenzionale (la cosiddetta fratturazione idraulica), fortemente pericolosi per l’ambiente, ed il fatto che l’area interessata dalle ricerche sia ricca di ecosistemi e zone protette, ma non solo, che sia anche densamente popolata ed ospiti monumenti importanti, richiedendo per questo un’attenzione ancora maggiore.

Il dubbio principale riguarda la fase successiva a quella esplorativa: una volta individuati depositi di gas o (per quanto improbabile) di petrolio, ci sarebbe ancora margine per decidere se e come procedere? O le comunità locali si troverebbero di fronte ad una decisione ineluttabile di sfruttamento di questi depositi, senza poter intervenire su modalità adottate e localizzazioni dei pozzi?

Legambiente chiede che vengano fornite garanzie al riguardo ed un’adeguata informazione alla popolazione locale prima di procedere con i permessi, in modo particolare sulle finalità delle indagini geologiche, creando una visione complessiva degli obiettivi anche nella strutturazione delle fasi successive a quella esplorativa.

“A preoccuparci è soprattutto quello che potrebbe accadere dopo questa fase preliminare di ricerca; deve essere chiaro il nostro no ad attività che mettano a rischio l’Ambiente e la salute dei cittadini” dice Lorenzo Frattini presidente di Legambiente Emilia Romagna. “In particolare chiariamo fin da subito all’azienda che non accetteremo sul territorio estrazioni di petrolio o del cosiddetto gas non convenzionale o di altre tecnologie rischiose.”