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Fiume Po: delusione e sconcerto per il processo per furto di sabbia

Dopo una lunghissima attesa del processo, ora un nuovo stop al procedimento con la prescrizione dietro l’angolo

Legambiente delusa anche dall’esclusione nel potersi costituire come parte civile

 

Legambiente esprime amarezza e delusione per le sorti  del processo per furto di sabbia dal Po avviato nella seduta del 3 maggio nel Tribunale di Guastalla.

Dopo un decennio di attesa, molto anche per i tempi della giustizia italiana, alla prima seduta dell’udienza gli atti sono stati rispediti al PM, decretando con ogni probabilità la prescrizione del reato.

Il processo vede coinvolta la ditta Bacchi e altri soggetti imputati di furto di sabbia dal Grande Fiume; si tratta di capi d’imputazione molto seri, che riguardano non solo il furto di beni comuni, ma che sono legati direttamente agli effetti di erosione del Delta del Po e delle spiagge del litorale.

“Per Legambiente il processo ha anche un valore simbolico nella  battaglia che combatte da anni per portare maggiore legalità sulle sponde del Po” – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna- “Il fatto che sia ormai prossima la prescrizione risulta inaccettabile per noi ma anche per tutti i cittadini che hanno a cuore legalità e tutela dell’ambiente”.

Lascia sconcertata anche la decisione del Giudice di Guastalla di non ammettere l’associazione come parte civile nel processo.

“Nonostante la decisione inattesa del Tribunale, Legambiente manterrà viva l’attenzione sullo svolgimento del processo, così come già avvenuto in altri casi in cui l’associazione ha collaborato con l’autorità giudiziaria, contribuendo anche alla verificazione processuale da cui ieri è stata esclusa”, dichiara Massimo Becchi, Presidente del Circolo di Legambiente di Reggio Emilia.