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Rapporto Ecomafia 2011: i dati dell’Emilia Romagna

Nel 2010 le forze dell’ordine hanno rilevato 219 infrazioni, denunciato 331 persone ed effettuato 53 sequestri giudiziari legati ad illegalità nel ciclo del cemento

Bologna prima fra le province emiliane con 52 infrazioni sul cemento e 55 sui rifiuti

In Italia la maglia nera va alla Calabria, seguita da Campania e Lazio

E’ uscito Ecomafia 2011, il rapporto annuale di Legambiente sull’illegalità ambientale nel nostro Paese.
Nel termine ecomafia sono comprese numerose forme di illegalità: ciclo illegale di rifiuti, cemento, agromafia ma anche archeomafia ed illegalità nei confronti della fauna; queste piaghe determinano sottrazione di risorse naturali, danni ambientali, distorsioni dell’economia che non permettono alle imprese virtuose di crescere.
Si calcola che nel 2010, il 10% del pil italiano sia stato costituito dal riciclaggio di capitali illeciti e l’evasione fiscale ha raggiunto la cifra di 50 miliardi.
Nel 2010 le forze dell’ordine hanno accertato circa 6000 illeciti relativi al ciclo dei rifiuti (al primo posto Calabria seguita da Campania, Puglia e Sicilia), che spesso vengono spediti, tramite rotte illegali, dai nostri porti fino in Cina, per poi tornare, ancora tossici, nel nostro paese sottoforma di nuovi prodotti.
Quando parliamo di ecomafia non possiamo più legarci allo stereotipo secondo il quale questo fenomeno sia legato unicamente al Sud del nostro Paese; si calcola infatti che Lombardia e Lazio stiano diventando punti strategici per la criminalità organizzata, nel traffico illecito dei rifiuti e nell’abusivismo edilizio.
Basterebbe poco per contrastare l’ecomafia, in particolare introdurre i delitti contro l’ambiente nel nostro codice penale.
Da molti anni ormai l’Emilia è una delle mete predilette per gli investimenti con cui le mafie riciclano il denaro sporco. Fa parte a pieno titolo delle regioni del Centro Nord che sono state colonizzate dalle organizzazioni criminali, conquistate dalle cosche “emigrate” di camorra, ‘ndrangheta e mafia. Come in Liguria, Piemonte e Lombardia, dunque, anche in Emilia Romagna l’economia è ormai infiltrata dai variegati interessi dei boss.
Ne parla ampiamente la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, che descrive una consolidata presenza delle imprese mafiose negli appalti, nelle speculazioni immobiliari, nel traffico illegale di rifiuti.
Venendo ai dati delle forze dell’ordine, l’Emilia Romagna, con 219 infrazioni, 53 sequestri e 331 persone denunciate, è undicesima nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, dodicesima per reati legati al ciclo dei rifiuti: 238 infrazioni, 300 persone denunciate, 101 sequestri giudiziari effettuati. Altro dato molto negativo per la nostra regione è quello dell’archeomafia: nella classifica italiana siamo al 5 posto , l’8,7% del totale.
In allegato le tabelle dei dati in Emilia Romagna