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Diossina nel latte materno a Ravenna

Non si puo’ liquidare come un dato di fatto ineluttabile.

Se c’è un problema occorre individuare come risolverlo ed è un compito della politica

Rispetto alle alte concentrazioni di diossina rilevate nel latte materno a seguito di indagini, che sono state possibili solo grazie ai soldi raccolti con il contributo, di singoli cittadini, dai Comitati, Movimenti ed a cui ha contribuito anche il Circolo Matelda di Ravenna, le dichiarazioni del Dipartimento di Sanità pubblica dell’ AUSL, che liquidano come un fenomeno “fisiologico della società industrializzata” non possono essere esaustive.

Se anche l’alto tasso di diossina nel corpo umano e la molteplici fonti di inquinamento con cui l’uomo è a contatto risultassero la norma nella città di Ravenna, questo non significa che debba essere un fatto ineluttabile.

Occorre invece che la politica eserciti il suo ruolo, approfondendo le cause e le sorgenti di emissioni di questo inquinante cancerogeno e soprattutto che metta in atto azioni per cambiare e migliorare la situazione.

Occorre agire su tutti i settori e su tutte le fonti emissive del territorio di cui il Comune e la Provincia hanno competenza. Servono quindi politiche incisive sul traffico veicolare, con serie azioni a favore della mobilità collettiva. Occorre lavorare con forza sulla riduzione dei rifiuti e su una raccolta differenziata spinta, ormai diffusa in altre aree delle regione. Serve una politica urbanistica fortemente orientata alla riqualificazione energetica e quindi alla riduzione delle emissioni delle caldaie. Serve anche una riflessione sugli impianti industriali, del petrolchimico e di trattamento rifiuti per capire se i carichi immessi in atmosfera debbano essere ridotti.