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Mettiamo un freno all’asfalto!

Presidio a Bologna per UNO STOP DECISO AL CONSUMO DI SUOLO e per LA SALVAGUARDIA DELL’AGRICOLTURA E DELLE PRODUZIONI TIPICHE.

Associazioni, comitati e cittadini si mobilitano contro la realizzazione delle inutili infrastrutture stradali previste dal PRIT

Legambiente, assieme a WWF, Slow Food e Forum Salviamo il Paesaggio, ha organizzato questa mattina un presidio contro le grandi infrastrutture stradali della nostra regione, in occasione della mobilitazione per salvare la Terra e l’Ambiente: Earth Day 2012.

Tanti i partecipanti che si sono dati appuntamento alle ore 12 davanti alla sede RAI per fare sentire la propria voce contro i promotori di un Piano Regionale Integrato dei Trasporti che propone scelte infrastrutturali sempre più “pesanti”, senza aver mai previsto reali percorsi partecipati con le comunità locali.

Sono numerose le opere “impattanti” in programma nel PRIT: la Cispadana, la bretella Campogalliano–Sassuolo, la E-55 Mestre–Ravenna, la Tirreno-Brennero, il Passante Nord per citarne solamente alcune. Tutte opere di grande impatto sul territorio, che copriranno di cemento ulteriori lembi di un territorio già pesantemente urbanizzato.
Su queste opere le associazioni ambientaliste e centinaia di cittadini hanno già fatto sapere il proprio parere, giudicandole utili esclusivamente alla lobby dei costruttori, piuttosto che ad una visione dei trasporti fondata sulla mobilità su gomma.

«Molto spesso si tratta di opere anacronistiche pensate decenni fa – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente Legambiente Emilia-Romagna – il cui unico risultato certo è l’ulteriore perdita di suolo agricolo e l’incentivo dell’uso di autoveicoli. Peraltro è ormai evidente anche una conflittualità tra asfalto e produzioni tipiche, dimostrate dalle proteste sempre più numerose degli agricoltori e dal fatto che tanto la Cispadana quanto la Ti-Bre passerannno praticamente “nel cortile” di importanti caseifici di produzione del Parmigiano Reggiano». Come mostrano le dinamiche in atto sulle infrastrutture in regione, riscontriamo una profonda crisi della pianificazione delle città e del territorio emiliano-romagnolo. «In una fase economica in cui le risorse pubbliche sono sempre più limitate – continua Frattini – occorre che la politica scelga bene le proprie priorità, senza perseverare ostinatamente su un modello “autostradale” che appare vecchio e da abbandonare».

Secondo il Rapporto infrastrutture in Emilia-Romagna, presentato da Legambiente nel luglio scorso, solo le 6 opere principali previste dal PRIT comporterebbero oltre 630 ettari di terreno impermeabilizzato da pavimenti autostradali, svincoli, parcheggi ed aree di servizio. A questo va poi sommata la perdita di suolo agricolo dovuta alle scarpate laterali, fossi di guardia zone intercluse all’interno degli svincoli e altre infrastrutture che determinerebbe una perdita definitiva di zone coltivabili di ben oltre 1000 ettari

Molteplici sono quindi le motivazioni che hanno spinto associazioni e cittadini ad accorrere all’appuntamento: per chiedere la salvaguardia delle aree agricole e del verde cittadino, e un serio investimento in progetti che disincentivino concretamente il traffico su gomma; per fermare la realizzazione delle grandi arterie stradali e autostradali previste dal PRIT; per uno stop deciso al consumo di suolo, in difesa del paesaggio, dell’agricoltura e delle produzioni tipiche.

Dopo un brindisi augurale per la terra ed il paesaggio, con le produzioni agricole locali ed i prodotti minacciati dal cemento, sono state lasciate sotto la sede della Regione Emilia-Romagna numerose foto che i partecipanti hanno portato al presidio come testimonianza del proprio “angolo di terra minacciata.

Hanno aderito: No alla Bretella Campogalliano-Sassuolo, Coordinamento Cispadano No Autostrada, Federazione Nazionale Pro Natura, Rete NO AR, Comitato per la tutela del Territorio di Trecasali (C.T.T.), Comitato Vivi il Fossolo