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Progetto Rugiada

Nei prossimi giorni  una delegazione di Legambiente sarà in Bielorussia per visitare le aree contaminate e il centro Nadejda dove viene organizzato il progetto Rugiada, la nostra campagna di sostegno per i bambini che vivono nelle aree “a rischio radioattivo” in seguito all’incidente di Cernobyl. La nostra attività in Bielorussia procede ininterrotta ormai da tanti anni, da quel 1994 in cui abbiamo avviato il progetto Cernobyl. Da allora non abbiamo mai abbassato l’attenzione sulla cooperazione con la Bielorussia come elemento fondante delle nostre campagne che in questi anni ci hanno contraddistinto sul fronte del nucleare. Un modo che ci ha permesso di entrare in contatto con le “case degli italiani”, con persone che si sono avvicinate a noi per dare un segnale di speranza a chi ha sofferto i danni dell’energia atomica, trovando anche stimoli nuovi per conoscere e costruire un mondo migliore. Con questo progetto siamo entrati anche in contatto con associazioni, autorità locali, scuole delle zone colpite dal fall out radioattivo che nell’ultimo anno hanno assistito incolpevoli alla decisione del presidente Lukashenko di costruire la prima centrale nucleare in Bielorussia. Proprio là dove si era riversato il 70% del fall out radioattivo.

Sul tema del nucleare il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) del 2011, afferma che entro il 2030 la potenza totale delle centrali nucleari di tutto il mondo aumenterà fra il 35% e il 102% rispetto al 2011. Rispetto alle stime elaborate nel 2010, le cifre sono più basse del 7-8%: questo vuol dire che l’incidente di Fukushima rallenterà solo leggermente la crescita del nucleare nel mondo. Alla fine del 2011, secondo il documento, il totale dei reattori in attività in tutto il mondo era di 435, con una diminuzione di 6 unità rispetto all’anno precedente: sono stati spenti definitivamente 13 reattori mentre ne sono stati allacciati alla rete 7 nuovi. I reattori fermati sono i primi 4 della centrale di Fukushima Daiichi, danneggiati dallo tsunami dell’11 marzo 2011, gli 8 reattori tedeschi più vecchi chiusi per decisione del governo e un reattore inglese giunto alla fine della sua attività. In compenso sono in costruzione altri 65 reattori.

E se da un lato, in Italia, siamo forti del risultato referendario del giugno 2011, non possiamo comunque fare finta di niente di fronte a questi scenari. Significa che non dobbiamo abbassare la guardia, significa che il pericolo nucleare è ancora forte e dobbiamo continuare nella nostra lotta e nella nostra campagna di informazione su questa forma di energia costosa e pericolosa.

Per questo dobbiamo e vogliamo continuare con la nostra testimonianza solidale rappresentata dal Progetto Rugiada.  Per informare sono fondamentali anche le nostre azioni di sostegno alle popolazioni di Cernobyl: il nostro impegno nelle aree contaminate della Bielorussia è ancora attuale. Un gesto anche simbolico con l’accoglienza di un bambino in una struttura ecosostenibile e che si trova in area non contaminata, il centro Speranza, dove da alcuni anni portiamo avanti il progetto. Per questo vi chiediamo di aderire e di raccontare il progetto parlando di nucleare, dei danni causati dagli incidenti e di una possibile alternativa rappresentata dalle fonti rinnovabili.

Scarica la scheda di adesione al Progetto Rugiada 2013

Per maggiori informazioni: www.solidarietalegambiente.org