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Imboccare la strada giusta nella gestione dei rifuti: il momento è adesso!

XX edizione di Comuni Ricicloni Nazionale.
Vincitore assoluto Ponte nelle Alpi per il quarto anno consecutivo. Belluno miglior capoluogo del Nord e al Sud trionfa Salerno.

Italia verso ‘Rifiuti free’: sono 330 le realtà che producono meno di 75 chilogrammi per abitante di rifiuto secco indifferenziato, ma nessuna di queste è in Emilia Romagna.

La nostra regione ad un punto di svolta: l’opportunità di un piano regionale ambizioso e la proposta di legge popolare promossa anche da Legambiente, che è ora al vaglio del consiglio regionale.

Consegnati a Roma i premi della XX edizione di Comuni Ricicloni nazionale: sono 1.293 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16 per cento dei comuni d’Italia per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13 per cento della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo e quindi la Green Economy.
Comune vincitore assoluto è Ponte nelle Alpi, 8.508 abitanti in provincia di Belluno, che per il quarto anno consecutivo raggiunge livelli di eccellenza; tra i capoluoghi del Nord vince proprio Belluno mentre per il Sud primeggia Salerno. Tra i comuni sopra i 10 mila abitanti si distinguono per il Nord, Zero Branco (TV), al Centro Serravalle Pistoiese (PT) e al Sud il Comune di Monte di Procida (NA) e per quelli con meno di 10 mila abitanti vincono Sant’Orsola Terme (TV) per il Nord, Montelupone (MC) per il centro e per il Sud Casal Velino (SA).

Le regioni. Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Seguono Marche, Lombardia e Piemonte e la Campania al settimo posto, prima Regione del Sud. Si piazza solo al nono posto l’Emilia-Romagna.

Dopo i Ricicloni i Comuni “rifiuti free”. Dal dossier Comuni Ricicloni 2013 emerge la novità di questa XX edizione: in Italia esistono realtà che vanno oltre l’eccellente risultato del 65 per cento di raccolta differenziata e riciclata, arrivando quasi ad essere “rifiuti free”, ovvero comuni dove si è riusciti a ridurre del 90 per cento circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono 330 in totale e in media ognuno ha prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato in un anno. Un caso su tutti, il comune di Empoli. In questa classifica virtuosa, non troviamo però nessun comune dell’Emilia Romagna. Un risultato poco lusinghiero, che dimostra come nella nostra regione sia ancora lunga la strada verso un’efficace programma di riduzioni dei rifiuti alla fonte.

Ma come si può raggiungere questo risultato? Le ricette sono diverse, ma con alcune caratteristiche comuni: la raccolta “porta a porta”, la modalità di tariffazione del servizio (197 sono a tariffa puntuale, 29 normalizzata e 104 a tassa), la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche fiscali che applichino il principio del “chi inquina paga” e premino il cittadino virtuoso con una riduzione della tassa sui rifiuti se separa bene i materiali da ciò che non si può riciclare; e, ancora, incentivando la pratica del compostaggio domestico, promuovendo il consumo dell’acqua del Sindaco riducendo le bottiglie di plastica, bandendo le stoviglie in plastica in favore di quelle riutilizzabili. Ed è di questi giorni il lancio da parte di Legambiente della raccolta firme per la petizione popolare “Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare” nell’ambito della sua campagna “Italia rifiuti free” affinché la tassazione a carico di famiglie e aziende sia equa e premi comportamenti virtuosi (FIRMA LA PETIZIONE QUI)

L’Emilia-Romagna è ad un punto di svolta. In questo momento ci sono due grandi possibilità per modificare in maniera radicale la gestione dei rifiuti, nell’ottica della riduzione: oltre all’opportunità di mettere in campo un piano rifiuti ambizioso, un anno fa è stata depositata all’Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla riduzione della produzione dei rifiuti urbani e alla promozione del riciclaggio, sottoscritta da consiglieri di maggioranza. E’ quindi necessario cogliere al volo l’occasione per presentare un piano strutturale regionale a partire da questa proposta di legge, incentrata su 3 criteri cardine: la riduzione della produzione pro-capite di rifiuti attraverso il riuso dei beni a fine vita e il loro riciclo; la minimizzazione dello smaltimento in discarica e dell’incenerimento; la tariffazione puntuale per i cittadini e forme di premialità fiscale per i comuni virtuosi.

La legge, presentata a settembre 2011 da Legambiente, Ecoistituto di Faenza e WWF, ha visto l’adesione di una trentina di Comuni della regione oltre alla Provincia di Reggio Emilia, in rappresentanza di quasi 1 milione di cittadini, ed è stata presentata in Regione a firma di sei consiglieri di maggioranza. Grazie a questo sostegno, il testo è da qualche mese oggetto di discussione in Commissione Ambiente, con l’obiettivo dei firmatari di portarlo in aula per l’approvazione entro l’anno corrente, in contemporanea con il Piano regionale dei Rifiuti. Un percorso di confronto non scontato, che dovrà però avere un solo esito: il rispetto dell’impianto generale e degli obiettivi specifici formulati nel testo originario. Solo così la nostra Regione potrà essere protagonista di pratiche davvero innovative nella gestione dei rifiuti.

Coerentemente con questi obiettivi, anche quest’anno Legambiente Emilia-Romagna darà vita all’edizione annuale dei Comuni Ricicloni, la cui premiazione avverrà a dicembre 2013, e per questo sta inviando a tutti i comuni della regione i questionari per la raccolta dei dati.

Comuni Ricicloni, il dossier che fotografa l’Italia che ricicla (scarica il file)