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Dossier Pendolaria 2014

Trasporto pendolare sempre più in crisi – ma i soldi per altre opere si trovano sempre

Dei progetti “strategici” sulla mobilità metropolitana previsti: 1300 milioni sul passante autostradale, 100 milioni per il People Mover e 48 per l’assurdo intervento della linea Bologna- Portomaggiore. Nessuno di questi a favore del trasporto pendolare

Mentre a Bologna il SFM langue i sindaci questa mattina negoziano 150 milioni di opere accessorie al passante nord: con quale mandato dei cittadini?

Tra le notizie positive l’acquisto di treni Stadler a misura di disabili e ciclisti – il plauso di Legambiente

Presentato oggi Pendolaria 2014, il dossier di Legambiente che traccia il bilancio della situazione e del trasporto ferroviario. I dati raccolti raccontano di tagli e aumento del costo dei biglietti per i 2milioni e 768mila passeggeri italiani che usufruiscono del servizio ferroviario regionale. Tra il 2009 e il 2012 si è assistito a un autentico paradosso: mentre i passeggeri aumentavano del 17% le risorse statali per il trasporto regionale su gomma e ferro veniva ridotto del 25%. Anche l’Emilia Romagna, risente dell’andamento generale con tagli al servizio (-5,4 % dal 2010 ad oggi) e aumenti tariffari (+16,1 %).

Nonostante questa situazione i dati sui passeggeri del trasporto locale sono in crescita sulle linee locali, a testimonianza di richiesta di servizio (si vedano le tabelle successive).

Utenza Totale Bacino SFM
Direttrici 2010 2011 2012 2013
Bologna – Porretta 19.190 19.562 21.076 20.016
Bologna – S. Benedetto V.S. 4.095 4.428 4.218 4.060
Bologna – Vignola 6.452 5.940 6.955 7.230
Bologna – Portomaggiore 8.959 7.956 8.332 9.252
Bologna – Poggio Rusco 11.711 10.630 11.383 10.863
Bologna – Ferrara 11.285 15.188 15.501 13.942
Bologna – Imola 8.328 8.271 8.495 8.616
Bologna – Modena 7.459 6.354 6.077 5.492
TOTALE BACINO SFM 77.480 78.329 82.037 82.076

 

LINEE REGIONALI FER Saliti + Discesi / Giorno
Linea 2011 2013
Parma – Suzzara 2.156 3.954
Suzzara – Ferrara 3.474 3.544
Ferrara – Codigoro 1.500 1.982
Bologna – Portomaggiore 7.956 9.252
Bologna – Vignola 5.940 7.230
Modena – Sassuolo 4.410 5.170
3 Linee Reggiane 12.696 12.542
TOTALE RETE REGIONALE 38.130 43.674

*Elaborazione Arch Fioretta Gualdi su dati RER e Provincia di Bologna

Purtroppo le priorità della politica locale e nazionale rimangono altre. I finanziamenti da parte dei Governi che si sono succeduti, attraverso la Legge Obiettivo ed il Piano Infrastrutture, hanno premiato per il 66% gli investimenti in strade e autostrade, e comunque le grandi opere. Con il recente Sblocca Italia sono state stanziate ingenti somme per nuove autostrade, come la E55 lungo la costa romagnola. Anche le Regioni continuano a scegliere strade e autostrade come priorità degli investimenti. La Regione Emilia-Romagna ad esempio sta investendo 180 milioni di Euro di risorse pubbliche per la realizzazione di un autostrada regionale come la Cispadana.

 

Il nodo Bolognese

E’ singolare che negli stessi giorni in cui i pendolari della linea Porrettana censiscono gli ennesimi disservizi ed il calvario di ritardi e treni annullati, proprio oggi si tengano due momenti istituzionali per decidere investimenti cospicui su progetti che vanno a solo vantaggio della mobilità su gomma.

Da una parte la conferenza dei sindaci interessati dal passante nord, che negozieranno oltre 150 milioni di opere accessorie all’autostrada, dall’altra la conferenza dei servizi sul progetto di interramento della Bologna Portomaggiore.

“Dei progetti per la mobilità metropolitana ritenuti “strategici” dalle amministrazioni, al momento nessuno è a favore del trasporto pendolare. – ricorda Lorenzo Frattini presidente regionale di Legambiente– Si prevedono investimenti per almeno 1300 milioni sul passante autostradale, 100 milioni per il People Mover e 48 milioni per l’assurdo intervento sulla linea Bologna- Portomaggiore. Quando con 75 milioni si risolverebbero quasi tutte le strozzature del SFM”

Un progetto, quello dell’interramento della Linea Bologna – Portomaggiore, voluto dal Comune: un intervento che comporterà la sospensione totale del servizio tra le stazioni Roveri e Bologna Centrale per circa due anni e mezzo, ad a fine lavori vedrà un servizio ferroviario immutato nelle modalità, nei tempi di percorrenza e nei mezzi circolanti, la maggior parte con motori diesel, e soprattutto che renderà impossibile il raddoppio della linea in futuro, l’unica soluzione per migliorare il servizio in modo strutturale e aumentare le frequenze. Sono oltre 4.000 i cittadini che quotidianamente usano questa linea per raggiungere il posto di lavoro o la scuola, preferendo il trasporto pubblico al proprio mezzo privato, e togliendo quindi traffico dalle strade e inquinamento dall’aria. Una linea nodale per il disegno complessivo del trasporto pubblico bolognese che potrebbe aumentare l’utenza con l’aumento delle frequenze.

La complessità del progetto condurrà poi a lunghi tempi per la fine dei lavori, e un catastrofico blocco dei servizi di trasporto, proprio quando l’attivazione della tratta ferroviaria Portomaggiore Dogato (prevista per il 2015), avrebbe consentito il collegamento diretto Codigoro – Bologna, attraverso la linea Bologna Portomaggiore.

L’associazione depositerà gli atti con le proprie valutazioni e proposte in Conferenza dei Servizi, che si esprimerà definitivamente in questi giorni: l’auspicio è che si punti intelligentemente sul SFM, perseguendo una reale alternativa all’uso dell’auto, per la tutela della salute collettiva e per le esigenze di mobilità sostenibile. Legambiente ha lanciato una specifica petizione (FIRMA QUI) per salvare la Linea Bologna-Portomaggiore.

Sul piano dei trasporti metropolitani il paradosso più grande risulta il fatto che al centro dell’agenda politica e del quadro degli investimenti rimanga il Passante autostradale Nord. Quando i dati attestano che mentre il numero di pendolari cresce il traffico autostradale risulta in calo.

Come ricorda il Comitato contro il Passante Nord, sono gli stessi documenti di Autostrade per l’Italia ad attestare l’inutilità dell’opera. Documenti in cui si riferisce di “modesti benefici trasportistici attesi per la collettività”, “consistenti impatti territoriali ed ambientali”, e “scarsa sostenibilità dell’analisi costi-benefici”. Nonostante questo si vogliono utilizzare non meno di 1300 milioni di euro, destinabili ad altro se solo ci fosse la volontà politica di farlo.

E’ di pochi giorni fa invece la notizia che RFI ha ceduto gratuitamente al Comune gli spazi per il passaggio del People Moover, un’altra opera inutile che si potrebbe sostituire agevolmente con un aumento delle frequenze dei treni tra Bologna e Calderara/Bargellino, fermata ferroviaria già esistente ed a poche centinaia di metri dall’ingresso dell’aereoporto. Da qui basterebbe un raccordo navetta tra la fermata ferroviaria ed il Gate dell’aeroporto Marconi.

Rimangono sulla carta invece le vere priorità del trasporto pendolare, che incidono sulle esigenze di chi si sposta in treno tutti i giorni: il raddoppio della linea Porrettana e per Portomaggiore, la linea passante Vignola Portomaggiore in stazione Centrale. Opere il cui valore Legambiente stima in circa 75 milioni di investimento.

Legambiente chiede a Comune e alla futura giunta Regione di rivedere le priorità di investimento sulla mobilità e pensare alle opere che serviranno ancora ai nostri figli, non a quelle la cui utilità è già dubbia oggi.

Le buone notizie

Tra le molte inefficienze e problematiche legate al trasporto pendolare, c’è anche la buona notizia dell’acquisto da parte di Tper di 7 nuovi treni Stadler Etr 350 dedicati al trasporto pendolare, che si aggiungono ai 12 acquistati da FER e già in circolazione dal 2013 sulle linee Bologna-Vignola, Bologna-Portomaggiore, Bologna-Porretta, Bologna-Rimini, Ferrara-Ravenna, Bologna-Milano, Ferrara-Bologna-Imola e Bologna-Poggio Rusco. L’associazione ha deciso di attribuire una menzione speciale di merito a Tper per l’acquisto di questi treni, che consentiranno di  sostituire  progressivamente su alcune tratte elettrificate i mezzi a gasolio con convogli elettrici. I treni Stadler Etr 350 sono convogli a 5 carrozze, capaci di 270 posti a sedere e 350 in piedi, 8 ampie porte per favorire l’incarrozzamento e l’accessibilità ai disabili, postazioni e toilettes attrezzate per passeggeri con disabilità motoria, posti portabiciclette per favorire la mobilità integrata treno-bici, pianale ribassato sul 90% di tutta la superficie calpestabile e climatizzazione integrale. Un passo verso la qualità del servizio pendolare.

 

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