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Ennesima grave decisione della Regione Emilia-Romagna: azzeramento dei fondi PSR su tutela agroecosistemi

Cancellata la natura dal PSR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna

Sul Programma di Sviluppo Rurale la Regione Emilia Romagna azzera i fondi destinati alla tutela degli agroecosistemi. Con una scelta al di fuori di ogni corretto percorso decisionale il Presidente Bonaccini ha tolto i fondi dalle misure ambientali per spostarle su interventi dalle dubbie ricadute ecologiche.
Un’altra grave decisione, dopo la sospensione delle misure di conservazione della Rete Natura 2000, che mette a rischio la natura e pone migliaia di agricoltori nella condizione di distruggere quegli ambienti e quelle specie di cui si sono presi cura negli ultimi venti anni, vanificando il loro ruolo di custodi della biodiversità.

Lipu, Legambiente, WWF e Federbio esprimono sconcerto per una decisione gravissima che azzera i fondi del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 destinati ai pagamenti agro-climatico-ambientali (le risorse pubbliche a favore del mondo agricolo dedicate al ripristino degli ecosistemi) spostando i fondi a favore dell’agricoltura integrata volontaria, una pratica con poche ricadute ambientali positive che permette ancora l’utilizzo del diserbante glifosato.

Dopo 40 giorni dalla sospensione delle misure di conservazione relative al settore agricolo in tutti i siti Natura 2000, la Giunta regionale, con la Deliberazione 995 del 26 giugno 2016, sferra un altro grave colpo alla natura della regione e a tutti quegli agricoltori che per 20 anni si sono presi cura della biodiversità negli agroecosistemi della regione.

Sbagliato è l’assunto della Deliberazione che considera senza conseguenze ambientali lo spostamento di fondi a favore dell’agricoltura integrata volontaria, sottraendoli (come si evince dalla delibera) da altre misure destinate a precisi obiettivi ambientali. Misure la cui efficacia è stata riconosciuta a livello internazionale e per questo richieste espressamente anche dall’Accordo di partenariato per la programmazione dei fondi comunitari 2014 – 2020. Queste misure agroambientali vengono sostituite con una sola misura i cui benefici ambientali sono difficilmente dimostrabili e misurabili, qualora esistano. Sulla base della Direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, l’agricoltura integrata dovrebbe essere un requisito obbligatorio per accedere ai fondi della PAC e non, quindi, incentivata tramite il PSR. L’introduzione dell’agricoltura integrata volontaria all’interno del Piano di Azione Nazionale (PAN) sui pesticidi da parte dell’Italia rappresenta già una forzatura in contrasto con la Direttiva comunitaria, farla diventare l’unica misura finanziata dal PSR rappresenta un paradosso insostenibile.

Una decisione che stravolge il PSR  il cui processo di redazione è durato oltre 2 anni, comprendendo analisi del contesto, consultazioni del partenariato, negoziazioni con la Commissione Europea. Tutto questo lavoro preparatorio e democratico viene annullato da una decisione unilaterale del Presidente Bonaccini, che squalifica il ruolo del Comitato di sorveglianza (organo preposto al controllo dell’attuazione del programma), in spregio alle indicazioni comunitarie. In questo modo  si andrà ad aggravare la situazione proprio di quegli agricoltori virtuosi che hanno puntato sull’ambiente e la sua tutela.
Con questi provvedimenti la Regione Emilia-Romagna subordina la conservazione della natura agli interessi economici legati a un modello di agricoltura da tempo abbandonato dall’Unione europea con le ultime riforme della Pac. Oggi la tutela della biodiversità, attraverso un efficace e efficiente gestione della rete Natura 2000, è infatti un obiettivo prioritario della PAC (Politica Agricola Comune) dell’Europa, in grado di contemperare il giusto reddito agli agricoltori con la tutela della natura.

Per tale ragione le quattro Associazioni chiedono un immediato ritiro del provvedimento, ed un ripristino delle regole di consultazione con un passaggio in Comitato di Sorveglianza del PSR. In caso contrario sarà inevitabile il coinvolgimento delle istituzioni europee per tutelare il corretto uso delle risorse che i contribuenti europei destinano all’agricoltura e al suo ruolo per la tutela della biodiversità naturale.