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Allarme smog: emergenza sanitaria

Intervenga l’assessorato regionale Venturi. Servono i dati sanitari di questa situazione.

14 giorni di concentrazioni di poveri alle stelle in tutta la regione sono un problema ambientale ma soprattutto sanitario, e servono misure straordinarie.

Siamo al 3 febbraio del nuovo anno, e le città dell’Emilia-Romagna sono schiacciate dalla cappa di smog più persistente degli ultimi anni.
Non preoccupano solo i superamenti consecutivi degli ultimi 14 giorni, ma soprattutto i valori medi giornalieri di PM10 registrati negli ultimi giorni: mercoledì 1 febbraio le centraline Arpae hanno registrato valori di almeno 3 volte superiori al limite consentito; Bologna ha raggiunto una media sulle 24 ore di PM10 pari a 247 microgrammi per metro cubo. Valori paragonabili a quelli di Pechino di questi stessi giorni, che solo la pioggia potrà abbassare, ma senza risolvere il problema strutturale.

Proprio per questo al tavolo convocato per oggi con i sindaci dei Comuni sopra i 30.000 abitanti manca una gamba: per una emergenza di tipo sanitario a livello regionale è necessaria l’assunzione di responsabilità dell’assessore Venturi, che faccia pesare sul tavolo della discussione i prezzi pagati dalla comunità in termini sanitari ed economici.

E’ ormai appurato che le punte di inquinamento sono in diretta relazione con impennate di disturbi respiratori, e di fronte a emergenze come queste servono dati accertati. Tanto in termini di effetti sanitari, tanto di costi sul servizio pubblico.

“Gestire il problema dell’inquinamento padano limitatamente agli aspetti ambientali e trasportistici è una visione riduttiva e falsamente rassicurante. I 467 mila morti all’anno in Europa, e costi sanitari associati quantificabili tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa sono il problema principale da risolvere, ed occorre dettagliare queste cifre a scala di bacino e di sistema sanitario regionale. L’assenza di un intervento dell’Assessorato competente dimostra un disinteresse nei confronti della salute pubblica”.

Sindaci, Assessore regionale all’Ambiente, Assessore Regionale alla Sanità e presidente della Regione sono i responsabili della salute, e a loro Legambiente chiede misure straordinarie in tutti i settori, a partire dalla mobilità privata.