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Posticipare l’apertura della stagione venatoria

La Regione Emilia-Romagna posticipi al 1° ottobre l’apertura della stagione venatoria

Una richiesta già da noi proposta a metà agosto e ribadita oggi a seguito della nota di ISPRA

Preservare la fauna selvatica “patrimonio indisponibile dello stato”

Con una lettera inviata al presidente Bonaccini ed agli Assessori Caselli e Gazzolo, chiediamo alla giunta regionale dell’Emilia-Romagna di deliberare con urgenza il posticipo della stagione venatoria fino almeno al 1° ottobre 2017.

Una richiesta che segue quella già fatta lo scorso 19 agosto, ma che oggi diventa ancora più urgente anche alla luce della nota emessa da ISPRA, inviata a tutte le Regioni ed al Ministero dell’Ambiente, che supporta con inoppugnabile parere tecnico la nostra proposta, presentando una serie di dati allarmanti circa lo stato delle popolazioni di fauna selvatica cacciabile e non a seguito del perdurare del pesante stato di siccità ed altissime temperature.
ISPRA indica alle Regioni una serie di provvedimenti cautelativi che, improntati al principio di precauzione, si rendono necessari per limitare i danni ed impedire che la imminente stagione venatoria peggiori ulteriormente la situazione, determinando irreversibili squilibri faunistici su popolazioni cacciabili già stremate.

Il territorio emiliano romagnolo ha visto negli scorsi mesi un gravissimo calo delle precipitazioni rispetto agli anni precedenti, con una riduzione pari al 60%, soprattutto nelle provincie di Parma e Piacenza, oltre ad un aumento delle temperature medie registrate nel periodo estivo.
Una condizione che ha portato alla dichiarazione di stato di emergenza in molti settori, tra cui quello agricolo: risulta incomprensibile il motivo per cui non venga riconosciuto lo stress al quale è stato sottoposto l’equilibrio faunistico regionale, che non può essere accentuato dall’avvio della stagione venatoria.

Chiediamo nello specifico, oltre al posticipo generale al 1 ottobre per la caccia alla selvaggina stanziale ed alla selvaggina migratoria, anche la sospensione delle preaperture in corso e la sospensione dell’addestramento cani.

Ricordiamo che l’esercizio dell’attività venatoria è consentito dalla legge purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica. Siamo certi che la Giunta non potrà ignorare il grave stato di emergenza faunistica in corso, deliberando quindi quelle restrizioni all’esercizio dell’attività venatoria, come chiaramente evidenziato nella nota di ISPRA.