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Inceneritore di Parma: incomprensibile l’aumento di potenzialità che già da 2 anni si sta applicando

Iren rinunci subito all’ulteriore richiesta di combustione, che sarebbe il definitivo segnale di sganciamento dal controllo pubblico ed una mancanza di rispetto dei territori.

I rifiuti indifferenziati dei cittadini di Parma e Reggio sono in calo dunque la scelta non ha corrispondenza con le necessità.

È di questi giorni la notizia di stampa che Iren avrebbe chiesto un ulteriore aumento di potenzialità al forno inceneritore di Parma. Possibilità di fatto concessa per legge dallo Sblocca Italia e che in parte si sta già attuando da due anni, dato che l’azienda sta già bruciando oltre 30.000 tonnellate in più rispetto alle autorizzazioni originarie e alla indicazione della pianificazione pubblica.

Già nel 2015 avevamo osteggiato la richiesta, e stigmatizzato la mancanza di volontà di controllo da parte di Comune e Regione su un’azienda che viene considerata a “controllo pubblico”.

Grazie alla raccolta differenziata i rifiuti dei cittadini del territorio di Parma sono a livelli bassissimi. In calo anche quelli di Reggio, seppur con forti ritardi. La Provincia reggiana smaltiva nel 2017 quantitativi circa doppi rispetto a quelli di Parma ma l’avvio recente del porta a porta nel Comune di Reggio Emilia prospetta importanti cali nel corso del 2018, e nel 2019.

Non si comprende quindi la necessità di un ampliamento del forno, se non per gestire i rifiuti speciali di origine aziendale. Rifiuti che di fatto ammontano a tre volte la produzione degli urbani ma per cui le aziende devono farsi carico di attuare politiche di riciclaggio. Inoltre, seppure i dati parlino di emissioni sotto controllo da parte del forno, i carichi emissivi sono già troppo alti nella zona dell’impianto.

Portare la quantità di rifiuti smaltibili nell’inceneritore di Parma a 190 mila tonnellate, avrebbe il solo scopo di ingrassare le casse di Iren.

Chiediamo dunque di mantenere invariato il quadro definito dalla Pianificazione Regionale e di non superare la soglia delle 130 mila tonnellate annue, dando vita ad un accordo volontario come quello del 2016, ma questa volta coerente con i limiti fissati a livello locale.

“ Iren dunque dimostri di non pensare solo all’interesse dei propri azionisti. Voler saturare l’inceneritore di Parma con rifiuti speciali, fino alle 190 mila tonnellate annue, non sembra certo una scelta fatta pensando al territorio o alla responsabilità sociale d’impresa. Chiediamo a Iren di fare un passo indietro. Fare altrimenti significherebbe attesterebbe il definitivo sganciamento di Iren dal controllo pubblico e una mancanza di rispetto per i territori in cui opera”.

Sottolineamo infine le responsabilità trasversale della politica sul controllo di IREN dato che le quote aziendali sono di proprietà di Comuni guidati da schieramenti che coprono quasi tutto l’arco parlamentare dal PD (a Reggio), Lega e Centro Destra (a Piacenza e Genova), e M5S e civici come a Parma e Torino.