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Le osservazioni di Legambiente e WWF al PRIT: non adatto alla sfida ambientale

Strutturalmente ancorato a logiche novecentesche e impostato per favorire strade e autostrade: squilibrato il rapporto tra i finanziamenti per TPL e traffico su gomma e troppe le opere in previsione a danno di numerosi siti della Rete Natura 2000.

Avanziamo richieste di una serie di opere utili e la necessità di ampliare il dibattito.

 

Presso la sede del consiglio Regionale insieme al WWF abbiamo presentato ad una delegazione di Consiglieri,  le nostre osservazioni al Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT).

 Forti le nostre critiche, ma anche gli interventi per una serie di interventi e modifiche possibili.

“Un Piano che si presenta già deludente a livello di Rapporto Ambientale. Difatti si parte dal già confermato incremento delle emissioni di gas climalteranti del 2% con previsioni migliorative solo per disposizioni non di competenza regionale”.

Lamentiamo un forte squilibrio tra il peso degli obiettivi negativi del Piano, rispetto quelli positivi mettendo a sistema i due elementi con le corrispettive risorse previste: “questo comporta una sottostima degli impatti negativi degli obiettivi infrastrutturali ed una sovrastima degli impatti positivi legati alla mobilità sostenibile e per la quale però sono destinate minori risorse economiche.”

Da questa premessa, proponiamo di istituire fondi vincolati dedicati al potenziamento del TPL attraverso forti operazioni di road pricing così da sovratassare il trasporto su autostrada rendendolo meno competitivo e parallelamente riducendo il tasso di motorizzazione attualmente superiore di oltre il 20% rispetto alla media europea.

Nelle osservazioni, sono poi elencate una serie di opere che necessiterebbero di essere stralciate e altre di essere portate avanti con forza. Tra le opere utili:

 

  • potenziare l’asse ferroviaria La Spezia- Parma-Verona;
  • inserimento della Modena-Sassuolo nell’elenco delle ferrovie regionali di rilevanza nazionale e completare un disegno di sistema ferroviario metropolitano per la provincia di Modena;
  • implementazione di un sistema di trasporto pubblico costiero di massa per il collegamento nord-sud dell’area turistica romagnola;
  • prevedere uno studio di fattibilità per l’accesso dei treni di Alta Velocità sulla città di Parma, utilizzando il collegamento oggi inutilizzato tra la stazione e la linea Alta Velocità, oppure valutando la fattibilità di una stazione “in linea” in zona fiera.

 

Sul versante delle opere da rivisitare sicuramente va ridotto l’investimento – oggi preponderante – sulle strade.

In particolare:

 

  • Stralciare la Bretella Campogalliano –Sassuolo migliorando e rafforzando la viabilità esistente;
  • stralciare l’opzione autostradale della Cispadana tra i caselli autostradali di Reggiolo sulla A22 e Ferrara sud sulla A13;
  • stralciare l’autostrada TI-BRE, secondo lotto, anche dalla priorità 2, evitando un ulteriore consumo di territorio e impatti sull’asta del Po;
  • evitare la trasformazione in autostrada dell’attuale superstrada Ferrara – Lidi di Comacchio;
  • stralciare la previsione  “mediana”a sud-ovest di Piacenza, dal nuovo casello di Rottofreno sulla A21 fino alla SS9 nei pressi di Pontenure;
  • eliminare l’aumento di corsie autostradali sulla A1 tra Modena e Piacenza (4^ corsia, A22 e A13 3^ corsia) migliorando e rafforzando la viabilità esistente.

 

Richiamiamo poi ad una necessaria maggiore attenzione di dialogo tra il PRIT ed i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile affinchè esista una maggiore coerenza di obiettivi e strategie.

“Nel caso bolognese, snodo per tutta la regione, occorre mettere a regime il sistema del trasporto pubblico con il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano e la realizzazione di un’opera utile come il tram”.

Sempre sul nodo di Bologna si chiede che l’intervento sul passante di Mezzo sia subordinato ad una valutazione dei reali flussi di traffico con il sistema PUMS a regime e con la presenza di parcheggi scambiatori ai margini della città e dialoganti con le linee dell’SFM e del futuro tram.”

Infine, sono segnalate le 38 aree naturali interessate dal passaggio di molte nuove infrastrutture, di cui 7 non sono state considerate nelle valutazioni e 6 ospitano specie specie di interesse comunitario e tutela prioritaria.

“L’attuale Piano così come attualmente approvato, non manifesta alcun elemento di discontinuità con il passato e anzi rimane ancorato a logiche non coerenti con un’efficiente sviluppo della mobilità sostenibile, ma fortemente proiettato alla realizzazione di nuove infrastrutture. E’ necessario rivedere l’attuale versione promuovendo un’ulteriore estensione del dibattito per ottenere un piano al passo con i tempi e a prova di futuro, in linea con la necessità di affrontare l’attuale Emergenza Climatica dichiarata dalla Regione stessa.”

Le osservazioni integrali di Legambiente sono scaricabili al LINK.

 

Hanno partecipato alla presentazione consiglieri del centro sinistra (PD, SI, MDP) e del Movimento 5 Stelle.