Articoli

Necessaria una riconversione verde dell’Oil&Gas, non un rilancio delle estrazioni

Blocca-trivelle: per le imprese di Ravenna serve un piano di riconversione green non un rilancio del fossile

Scriviamo a Regione e Sindaco di Ravenna: “Si chieda al Governo un tavolo per riorientare il settore Oil&Gas regionale”

La crisi del settore prosegue da tempo, quello che serve è una nuova prospettiva utile per il clima e per i lavoratori

 

Sulla crisi del comparto off-shore  scriviamo al sindaco di Ravenna Michele de Pascale ed alla Giunta regionale, in particolare ai due futuri assessori legati al lavoro e Green Economy (Vincenzo Colla) ed Patto per il Clima (Elly Schlein).

La nostra richiesta è quella di attivare subito un tavolo di “riconversione verde” del settore economico legato alle estrazioni di gas, su cui il Governo dovrà avere un ruolo determinante. Riteniamo sbagliata invece un’azione di lobby locale per riproporre il rilancio della stagione del fossile. 

Sul tema sono intervenuti negli ultimi giorni sia il Ministro dell’economia Roberto Gualtieri, disponibile a valutare un tavolo – in apparenza poco orientato alla riconversione – e il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, che ha chiesto al Prefetto l’indizione di un tavolo di crisi per il settore  legato agli effetti del provvedimento “blocca-trivelle” del Governo precedente. 

La motivazione  deriverebbe dalla proroga di oltre 6 mesi della definizione del PiTESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee), che potenzialmente potrebbe sbloccare alcune aree di estrazione; uno slittamento inserito all’interno del Decreto “Mille proroghe”. Lo stesso Bonaccini ieri ha sollecitato il Governo ad un confronto sul tema.

Segnaliamo che sarebbe profondamente sbagliato reclamare un tavolo di crisi come strumento di pressione per ottenere lo sblocco delle estrazioni. “Il settore dell’Oil and Gas necessita di un tavolo che dia nuove prospettive di riconversione industriale verso le tecnologie green- dice l’associazione –  guardando alle ipotesi delle rinnovabili come l’eolico off-shore, e prevedendo  una fase intermedia di impiego del know-how delle imprese nell’impegnativa fase di decommissioning (cioè di smantellamento e bonifica) delle piattaforme esistenti.”

Una richiesta che avevamo già sottoposto alle forze politiche nelle ultime elezioni regionali, e che è stata sottoscritta dalle forze del centrosinistra, oltre che appoggiata dal Movimento 5 Stelle. Quindi, dalle stesse forze politiche che sostengono il Governo ed il Ministero.

“Si tratta dell’unica soluzione percorribile perchè ce lo impongono gli impegni per il clima e verso le future generazioni e l’unica soluzione valida per pensare di conservare i posti di lavoro. Il settore estrattivo ravennate infatti è in declino soprattutto per cause interne, visto che gli addetti del settore off-shore del distretto  hanno subito una contrazione di 7000 mila addetti dal 1992 ad oggi, anche in assenza dei blocchi alle trivelle. Anche l’attuale slittamento dei tempi per la definizione del PiTESAI, verosimilmente andrà oltre i 6 mesi, visto lo stallo nei procedimenti di redazione”

L’opzione della riconversione rimane dunque  l’unica proposta realista.  Un percorso che per il nostro Paese potrebbe avvenire cercando di collegarlo all’utilizzo delle risorse previste dalla UE per il Green deal e la decarbonizzazzione.

Per maggiori approfondimenti: le nostre proposte  sulla riconversione energetica dell’Alto Adriatico già presentate in un dossier a luglio, al LINK