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Progetto invaso sull’Enza: la Regione chiarisca con la comunità di Parma e Reggio gli esiti dello studio commissionato ad AdBPO

Sul fabbisogno idrico serve massima trasparenza e non decisioni prese a porte chiuse

Da quanto si legge sulla stampa di questi giorni il Consorzio della Bonifica Emilia Centrale avrebbe deliberato su uno studio di fattibilità per un grande invaso sul torrente Enza, un’opera che avrebbe certamente impatti ambientali enormi.

Una decisione di cui non si capisce l’origine (non è chiaro sulla base di quali piani o studi) e che fa emergere il forte dubbio di quale sia la sede in cui vengono prese le decisioni sul territorio.

Chiediamo dunque chiarimenti sul progetto e sul ruolo del Consorzio di Bonifica nella programmazione territoriale.

Alla fine della scorsa legislatura regionale il dibattito si era concluso con la necessità di uno studio organico sul fabbisogno idrico dei territori e sulle azioni da intraprendere alla luce dei cambiamenti climatici. Erano state fornite garanzie che tale studio avrebbe preso in considerazione tutte le azioni possibili, dal risparmio idrico alle ipotesi infrastrutturali meno impattanti, così come richiesto chiaramente dalle direttive europee. Lo studio,  commissionato dalla Regione all’Autorità di Distretto del fiume Po, non è mai stato presentato alle comunità delle due province interessate, né ha avuto un riscontro pubblico.

Sarebbe dunque spiacevole se emergesse che i vertici del Consorzio di Bonifica sono in possesso di informazioni che mancano al resto della comunità di Reggio e Parma, così come sarebbe sconcertante se ci trovassimo nella situazione in cui è un Consorzio di Bonifica a dare la linea alla Regione e a decidere sulla programmazione di opere strategiche ed infrastrutture impattanti come quella di cui si discute.

Chiediamo dunque che ci sia al più presto un chiarimento pubblico sulla situazione, la pubblicazione degli esiti dello studio commissionato dalla Regione e se la richiesta del Consorzio di un invaso di “80-110 milioni di metri cubi” – come si legge sulla stampa –  trovi riscontro in qualche documento regionale o dell’Autorità di Bacino.

Il cambiamento climatico è una realtà che imporrà scelte difficili al territorio, ma solo un quadro di trasparenza e piena investitura dei soggetti pubblici garantirà di affrontare un tema delicato come quello dell’acqua in un contesto di vera partecipazione sociale. Viceversa si profila un futuro preoccupante, dove nei conflitti per l’acqua saranno poche lobby a decidere per tutti.