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Nel bolognese un nuovo polo logistico in mezzo alla campagna e senza linea ferroviaria: obbligherà al trasporto su gomma

Scelta incomprensibile in contrasto con gli obiettivi di riduzione di inquinamento regionali e della riduzione di traffico del PUMS

“Indegne le parole della sindaca di Malalbergo che gioisce per la cementificazione delle ultime risaie residue dall’ ”800″

“Basta barattare la cementificazione con la piantumazione di nuovi alberi: “greenwashing insopportabile”

 

Il consiglio della città Metropolitana di Bologna ha purtroppo votato favorevolmente (con due voti contrari) alla proposta di un nuovo polo logistico bolognese nel comune di Malalbergo, al confine col ferrarese.

Gravissime le scelte della Città Metropolitana che con un solo colpo piazza un enorme polo logistico nel posto sbagliato, fuori dall’Interporto esistente, già servito da ferrovia, incrementando il traffico (anche di attraversamento di Bologna per le merci da e verso sud) ed elimina le ultime risaie residue della provincia che si presenta turisticamente come un territorio del cibo.

Dunque una scelta strategica che parte già sapendo che il trasporto delle merci sarà solo su gomma, aumentando i traffici di migliaia di mezzi al giorno congestionando ancor più il nodo bolognese ed in pieno contrasto con le necessità di ridurre le emissioni regionali e con gli obiettivi del piano della mobilità del bolognese (il PUMS). Questo in un contesto dove da anni si continuano ad ampliare o realizzare autostrade per la “necessità” di decongestionare le tratte esistenti.

Però il tutto, come sempre, viene abbellito col greenwashing, ormai insopportabile, di piantumazioni di alberi.  Una narrazione delle compensazioni ambientali assolutamente sbagliata dato che gli alberi non ripristinano il suolo irrimediabilmente perso e nemmeno abbattono gli inquinanti del nuovo traffico in maniera proporzionata al nuovo carico di inquinamento.

“Tra le cose più tristi – segnala Legambiente –  c’è lo scoprire sul sito istituzionale del comune di Malalbergo una nota del Sindaco Giovannini che esprime “gioia e soddisfazione” per l’accordo con l’investitore internazionale – continua Legambiente. Il tema del lavoro è centrale, ma nel 2020 ci si aspetterebbe almeno un po’ di sobrietà prima di sacrificare cibo e bellezza con attività logistiche di dubbia quantificazione e qualificazione. Finchè la classe politica “gioirà” per la pratica autodistruttiva del consumo di territorio, non potremo certo provare ad invertire la corsa verso il disastro ecologico”.