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Enza: il Consorzio di Bonifica presenta progetti impattanti nel silenzio degli Enti pubblici

Le associazioni ambientaliste: “Nessuna partecipazione, nonostante il finto Contratto di Fiume”

Legambiente, WWF Emilia Centrale e Canoa Club Reggio Emilia intervengono sulla serie di progetti sul fiume Enza annunciati dal Consorzio di Bonifica.

Una situazione incomprensibile che prevede interventi anche di alto impatto ambientale  che, pur sfuggendo da qualsiasi programmazione Regionale, vengono portati avanti dalla Bonifica, che evidentemente si sostituisce ormai agli enti di programmazione preposti.

Tra questi progetti colpisce soprattutto la realizzazione di un grande invaso – ritenuto dal Presidente della Bonifica “utile transizione ecologica” – senza uno straccio di valutazione ambientale né di analisi di fattibilità economica. Inoltre, non è stata presentata neanche una valutazione sugli aspetti idrogeologici di tali intervento, o dei relativi costi di manutenzione. Senza scomodare analisi geologiche basti pensare all’enorme frana a pochi chilometri a valle del Comune di Vetto sulla sponda destra del torrente.

Una situazione di poca trasparenza e opacità particolarmente grave, dal momento in cui da mesi si sente parlare di un Contratto di Fiume Enza, per il quale la società civile, i cittadini ed i portatori di interesse diffusi non sono stati coinvolti.

Se questi sono i processi di partecipazione pensati dalle istituzioni, allora bisogna essere chiari nel dire che si tratta di meri spot mediatici che non hanno nulla dei processi di vera condivisione, specchietti per le allodole piuttosto, mentre le decisioni vengono prese nelle sedi della Bonifica.

L’apparente bel concetto di “transizione ecologica” non deve essere una faccenda di gattopardiana memoria: far finta di cambiare per continuare com’è sempre stato fatto, cioè sbagliando. Al contrario, in tempi ormai maturi della coscienza ecologica post moderna, per “transizione ecologica” si deve intendere tutto ciò che ha a che fare con un’inversione di rotta e la non reiterazione di modi di agire sbagliati del passato, in cui gli impatti sulla natura venivano lasciati in eredità alle generazioni future. La meraviglia della Val d’Enza va salvaguardata così com’è.

Percorrere un torrente in canoa permette di osservarne tutti gli aspetti. In particolare l’Enza sulle sue sponde alterna innumerevoli calanchi con bachi di arenaria che creano scenari spettacolari. Un eventuale invaso sarebbe nel giro di pochissimi anni pieno di sabbia, quindi inutilizzabile e pericoloso.