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Petizione: NO ALLA CAVA DI MAGLIANO E AL FRANTOIO DI INERTI ALL’INTERNO DEL SIC MEANDRI DEL RONCO

Il Consiglio Comunale di Forlì in data 19/04/2021 ha approvato a maggioranza, 18 voti a voli e 12 contrari, il nuovo Piano Comunale delle Attività Estrattive (PAE) 2016-2026.

Il Piano fra le varie azioni prevede:

1. L’apertura di una nuova cava estrattiva a Magliano, dentro il SIC (SITO DI INTERESSE COMUNITARIO dell’Unione Europea);

2. Il mantenimento, sempre nello stesso luogo, dell’impianto che lavora i materiali estrattivi provenienti da tutta la Provincia.

Il SIC nei Meandri del fiume Ronco è stato istituito nel 2000 dalla Regione sulla base della Direttiva Europea denominata Habitat del 1992. Al suo interno si trovano 6 Habitat naturali; diverse decine di specie animali e vegetali tutelati sempre dalla Direttiva Europea. I Meandri del fiume Ronco sono una piccola area naturale protetta in base a disposizioni Comunitarie, Nazionali e Regionali, nata per tutelare habitat e specie animali e vegetali a rischio di estinzione e per migliorare gli ecosistemi naturali che sono minacciati.

Il sito oltre ad avere una rilevante importanza ambientale, è anche attraversato dalla Via Romea Germanica che richiama molti pellegrini da tutta l’Europa ed è in previsione la progettazione di una pista ciclabile per congiungere, lungo il Bidente, Forlì e Forlimpopoli con il Parco nazionale.

Il recupero ed il riciclo possono contribuire non solo a ridurre progressivamente le cave ma a rilanciare il settore delle costruzioni. Inoltre, anche le attività estrattive possono essere gestite correttamente, ponendo attenzione a ridurre l’impatto sul paesaggio e delle attività. Sono diversi gli esempi in questo senso di cave attive e recuperate a vantaggio delle comunità coinvolte. Ma ora è il momento di accelerare nella transizione verso l’economia circolare, rafforzando trasparenza e legalità nel settore. Non è accettabile che il recupero di rifiuti provenienti da demolizione e ricostruzione veda numeri ancora così bassi e che si continui a devastare il territorio con l’estrazione di materiali che possono essere sostituiti da altri provenienti dal recupero e riciclo, e aprire cave senza garantire il recupero progressivo delle aree. La strada è quella segnata dalle direttive europee e dalle leggi nazionali, eliminando tutte le barriere al recupero e riciclo dei materiali per il loro utilizzo nelle opere pubbliche e nei cantieri privati. Purtroppo, larga parte dei rifiuti da demolizione e ricostruzione oggi finisce in discarica e siamo ben lontani dall’obiettivo del 70% di recupero fissato al 2020 dall’UE.

FIRMANDO LA PETIZIONE VOGLIAMO:

1. Chiedere al Comune di Forlì di revocare la deliberazione assunta conl’approvazione del PAE che prevede la nuova cava e il mantenimento nel SIC per oltre 9 anni l’impianto di lavorazione degli inerti;

2. Chiedere alla Regione Emilia-Romagna di impugnare nelle sedi opportune la decisione del Comune di Forlì perché non rispetta la normativa regionale, nazionale e comunitaria in vigore riguardo ai SIC e riguardo alle cave;

3. Chiedere alla Provincia di Forlì-Cesena di impugnare la deliberazione del Comune di Forlì nelle sedi opportune in quanto difforme alle previsioni del Piano Provinciale delle Attività Estrattive (PIAE).