Articoli

Fotovoltaico su aree degradate: un’opportunità per raggiungere gli obiettivi di una regione carbon free

Opportunità senza consumo di suolo in aree degradate, in particolare nelle cave e discariche dismesse, e ottime prospettive sul fotovoltaico galleggiante: è quanto emerso questa mattina durante il convegno di Legambiente “Più fotovoltaico per una regione carbon free” svoltosi presso l’Università di Bologna

 

Il 3° rapporto annuale di monitoraggio sul Piano Energetico Regionale evidenzia come la produzione elettrica da rinnovabili dovrà essere realizzato in termini assoluti dal fotovoltaico. Se gli obiettivi dello scenario tendenziale del PER sono alla portata (2.533 MW), più lontani appaiono quelli dello scenario obiettivo (4.333 MW). Considerando gli obiettivi del Patto Clima Lavoro (al 2035 100% rinnovabili, almeno sull’elettrico) mancano ancora migliaia di MW.

Emerge quindi quanto sia importante lavorare all’installazione di impianti sui tetti (ne servirebbero 2 milioni in tutta Italia e ad oggi siamo solo a 900 mila) o altri spazi urbani come i parcheggi, ma sono necessari anche impianti in ampie superfici.

Il contesto energetico regionale, considerando ad oggi una quota rinnovabile del 21%, risulta particolarmente sfidante per affrontare la crisi climatica e per raggiungere il 100% di energia rinnovabile. Il fotovoltaico può dare un’importante spinta ad abbattere le emissioni di gas climalteranti, le aree degradate possono rappresentare siti strategici per spingere nuovi impianti senza consumare suolo, ma serve semplificare l’iter degli impianti virtuosi rafforzando se mai i controlli contro i furbetti.

Sulle discariche, ad oggi potenzialmente in Emilia-Romagna potrebbero essere disponibili 400 ettari di impianti utilizzabili. I siti che attualmente non accolgono più rifiuti a smaltimento devono però essere considerati in dismissione, così da dare l’opportunità di investimento per la realizzazione di nuovi parchi fotovoltaici.

Altra possibilità dibattuta è stata quella del fotovoltaico su cave dismesse, (12,5 mila ettari in regione) se ben contestualizzato nel rispetto degli obiettivi di ripristino naturale. Anche il fotovoltaico galleggiante in mare rappresenta oggi una grande opportunità per realizzare impianti di grandi dimensioni senza consumare suolo. 

Proprio su quest’ultimo punto, stanno emergendo tecnologie ed impianti in diverse parti del mondo, come a Singapore e in Corea del Sud, con progetti da oltre 2GW. Anche in Adriatico si stanno presentando i primi progetti, di fronte alle coste di Ravenna. 

Altro tema importante della mattinata il ruolo che le aziende utility possono fornire nella transizione energetica, proprio perché in quanto  aziende pubbliche devono svolgere un ruolo più avanzato delle aziende private. Investendo direttamente in impianti ma anche diventando soprattutto aziende che forniscono servizi di miglioramento energetico e non vendono gas.

Un esempio positivo è stato portato dalla piccola azienda Sabar della bassa reggiana, che dopo  aver realizzato impianti fotovoltaici sulla discarica esaurita è attiva anche nella riqualificazione energetica delle scuole e nell’efficientamento della rete di illuminazione. Proprio su questo l’azienda sta portando la propria esperienza anche fuori dal proprio territorio e fuori regione.

“Esperienze importanti quelle condivise questa mattina, che dimostrano come ci siano ampie possibilità per grandi impianti strategici senza entrare in conflitto con l’agricoltura. Insieme allo sviluppo di impianti abitativi e le comunità energetiche possono essere una chiave di volta per la Transizione Ecologica.”

Infatti, le comunità energetiche e la riqualificazione dei condomini saranno il tema dell’iniziativa prevista nel pomeriggio del 28 giugno a Modena dalle ore 15.00 presso la Sede AESS.

E’ possibile rivedere l’incontro della mattina a questo LINK