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Stop a progetti di Carbon Capture da Europa e Regione: bene, ora basta guardare al passato

Altre buone notizie sul fronte della Transizione Ecologica: stop a finanziamenti europei per la produzione di idrogeno blu e contestuale stoccaggio della CO2. Legambiente ai sindacati: “si lavori assieme per un Adriatico Eolico e Solare”

 

Legambiente è soddisfatta del risultato del dibattito su idrogeno, stoccaggio della CO2 e fondi del PNRR.

Sembrano archiviate le posizioni di forte ambiguità sull’utilizzo dell’idrogeno non rinnovabile che avrebbe portato implicitamente ad un prolungamento della vita del fossile, in particolare del gas. Finalmente, infatti, la posizione netta da parte dell’Europa ha chiarito nero su bianco che le uniche tecnologie ad idrogeno finanziate da fondi pubblici del PNRR dovranno essere quelle ad idrogeno verde, quindi legate alla produzione di energia rinnovabile.

“Una notizia determinante che chiude una stagione di dibattito e mobilitazione attorno a questo tema. Fin dall’inizio abbiamo ritenuto importante che progetti come la cattura e stoccaggio della CO2 a Ravenna, contestuale anche alla produzione di idrogeno blu, non avrebbe dovuto ricevere alcun soldo pubblico dal Recovery Fund. Ad oggi però, il progetto di stoccaggio potrebbe trovare ancora sfogo in altre linee di finanziamento europee”.

Un segnale rincuorante arriva anche dalla Regione, che conferma zero finanziamenti dalle casse regionali per il sostegno al progetto di ENI davanti alle coste ravennati, così come la strategia regionale 2021-2027 fa menzione di solo idrogeno verde.

Ancora però vi sono delle resistenze nel tessuto socio economico del ravennate che vedeva negli scenari di ENI ipotesi per sostenere lavoro ed aziende locali.

Legambiente ritiene che ci siano ampie possibilità per una riconversione che salvaguardi il clima, gli interessi attuali e delle future generazioni. Da tempo ci sono infatti le evidenze tecniche di un futuro importante e prolungato di cantieri per la dismissione delle piattaforme e per la realizzazione di impianti rinnovabili offshore sfruttando maestranze e competenze locali. Già oggi le ipotesi legate ad eolico e solare sono assolutamente concrete.

L’associazione si rivolge in particolar modo al mondo sindacale locale (uscito in questi giorni con prese di posizione a sostegno dei progetti di ENI) per chiedere assieme – anche in sede regionale e ministeriale – un distretto del Adriatico rinnovabile, che sviluppi anche interventi concreti sull’efficientamento energetico nei sistemi produttivi e nelle città. Il settore Oil&Gas è già in crisi da tempo e solo una decisa riconversione verso le rinnovabili può rappresentare la soluzione più valida nel lungo termine per il lavoro, ma anche l’unica opzione per l’urgenza della sfida climatica

“Si attirino e si sostengano investimenti utili per il territorio e per il pianeta e si riconosca la non strategicità del tanto dibattuto progetto di stoccaggio di ENI”.