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Consumo di suolo, lettera ai consiglieri regionali affinché non ci siano nuove deroghe alla legge urbanistica

Nella lettera anche altre proposte per fermare il consumo di suolo e avviare una vera rigenerazione urbana: soluzioni per limitare nuovi insediamenti logistici, mappatura delle aree dismesse nel territorio e pianificazione degli interventi pubblici in aree rigenerate

 “Basta consumare suolo vergine e sacrificare aree di pregio, si prevedano soluzioni adeguate per contenere questo continuo assalto al territorio”

Scriviamo ai consiglieri regionali per chiedere con forza che non ci siano più proroghe alla piena attuazione della Legge Regionale urbanistica regionale, che si proponeva di innovare le regole vigenti in Emilia-Romagna e porre un freno al consumo indiscriminato di suolo in regione.
In gioco c’è la decadenza delle previsioni urbanistiche dei comuni, fatte in passato, che la legge originariamente prevedeva di “cassare” a fine 2020.

Già in passato ci eravamo opposti alla proroga al 2021 votata nella scorsa legge di assestamento di bilancio nell’estate 2020, esprime preoccupazione e contrarietà ad un eventuale nuovo rinvio, che non farebbe altro che continuare a garantire deroghe rispetto al principio di contenimento del consumo di suolo, fissato al 3% del territorio urbanizzato per ogni Comune.

Riteniamo che nel caso la Regione decidesse di concedere una nuova proroga, indebolendo ulteriormente una legge già troppo permissiva, perderebbe di credibilità qualsiasi dichiarazione riguardo al contenimento del consumo di suolo e la stessa “Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici” definita dalla giunta nel 2019.

Oltre che ribadire la necessità di tutelare il territorio e l’ambiente, come si legge nel documento il non mantenimento del principio che dovrebbe far decadere le previsioni dei vecchi piani al 31 dicembre 2021, comporterebbe una disparità di trattamento tra le amministrazioni. La proroga premierebbe i comuni meno virtuosi.

Infatti, sebbene siano ancora molte le amministrazione che non hanno avviato la redazione dei nuovi Piani, sono diverse quelle che hanno completato – o stanno completando – l’iter per l’approvazione dei PUG con una puntuale supervisione delle strutture tecniche della Regione, fra questi anche Bologna.

Nella lettera ci soffermiano sull’aumento di richieste di nuovi insediamenti legati al settore della logistica, che nell’ultimo anno ha visto un incremento di proposte di espansione praticamente in ogni provincia. A tal proposito nel documento si chiede alla Regione di farsi carico di affrontare in maniera adeguata questo fenomeno e arginare li continuo assalto al territorio che deriva dal comparto. Sarebbe utile e opportuno quindi portare avanti un lavoro di razionalizzazione e contenimento, che adotti criteri adeguati sull’ubicazione dei poli e sui collegamenti con il trasporto pubblico e ferroviario, e che valuti la possibilità di prediligere le aree dismesse.

Soprattutto su questo ultimo criterio ribadiamo che la realizzazione di edifici pubblici dovrebbe essere sempre prevista in situazioni di rigenerazione, salvo nei casi di manifesta impossibilità, e costituire così un esempio virtuoso per tutti.

Risulta un segnale particolarmente negativo – ad esempio – che i tre futuri ospedali che sorgeranno in regione (Piacenza, Cesena, Carpi) siano previsti in aree vergini e di pregio. Progetti che, tra l’altro, alimenteranno la mobilità privata. Su questo tema ci eravamo già espressi con un recente comunicato disponibile a questo link.

Nel documento proponiamo, inoltre, di prevedere una mappatura delle aree dismesse sul territorio da poter riutilizzare: un lavoro che consentirebbe l’avvio di autentici processi di rigenerazione urbana.

Il documento inviato ai consiglieri regionali è disponibile a questo link.