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Raee e criminalità, il progetto educativo sull’ecolegalità al liceo Sabin di Bologna

I ragazzi di tre classi si confrontano con il giornalismo di inchiesta per conoscere meglio un’emergenza ambientale ancora sottovalutata

Fra i contributi alle lezioni il Premio Morrione e l’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità

Conoscere e approfondire la produzione, il consumo e l’importanza del corretto smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: sono questi i temi su cui si focalizza I  RAEE:  consumare  e  smaltire correttamente per difendere l’ambiente e le comunità dalle infiltrazioni mafiose, il percorso didattico da noi avviato che coinvolge le classi 4A, 3A e 4C del liceo scientifico Sabin di Bologna.

Il progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e partito a gennaio 2021, si pone l’obiettivo di diffondere negli studenti una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla gestione illegale dei RAEE: un fenomeno sempre più diffuso che provoca conseguenze non solo ambientali, causate dall’impatto che le loro componenti generano sul Pianeta, ma anche di carattere sociale, per via delle situazioni di sfruttamento e delle condizioni di vita negli impianti abusivi che si sono via via diffusi nel Sud del mondo.

Infatti, malgrado i regolamenti fissati dall’Unione Europea, negli ultimi anni si è registrata una tendenza piuttosto marcata dei paesi europei alla pratica dell’export illegale dei RAEE, a dimostrarlo è il fatto che nel 2019 questi rifiuti si sono classificati secondi solo alla plastica per numero di sequestri nelle dogane italiane.

«Quella dei RAEE è un’emergenza ambientale e umanitaria ancora troppo sottovalutata, – dalle nostre dichiarazioni – secondo il Global E-waste Monitor 2020, nel 2019 sono state generate 53,6 milioni di tonnellate metriche (Mt) di RAEE e di queste solo il 17,4% è stato raccolto correttamente e riciclato. Nei 5 anni dal 2014 al 2019 si è registrato un aumento di questa tipologia di rifiuto del 21% e secondo l’andamento attuale si stima che entro il 2030 i rifiuti elettronici con cui ci ritroveremo a fare i conti raggiungeranno le 74 Mt. Per noi è fondamentale che i ragazzi siano a conoscenza di tutte le dinamiche che interessano il ciclo di vita dei loro smartphone». 

Proprio per trasmettere questa sensibilità, dopo un percorso formativo incentrato sulla conoscenza approfondita dei RAEE – dall’estrazione dei materiali che li compongono fino al loro smaltimento – e alcune sessioni laboratoriali per toccare con mano come avviene il loro disassemblaggio, ai ragazzi è stata data la possibilità di confrontarsi con rappresentanti istituzionali, esperti del fenomeno e figure di spicco del giornalismo di inchiesta.
La scorsa settimana, infatti, le classi hanno avuto l’occasione di discutere di reati ambientali e corruzione con Antonio Pergolizzi, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, mentre questa settimana l’iniziativa vanta la partecipazione di Martina Ferlisi e Amarilli Varesio, due delle tre coautrici della videoinchiesta “Un’altra rotta”, finalista 2020 del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo; e Marco Valle, fotogiornalista esperto di inchiesta socio-ambientale.

Le attività proseguiranno fino a dicembre con giochi di ruolo e focus group che vedranno gli studenti coinvolti in tecniche simulative per interpretare, e quindi comprendere, i comportamenti e i ruoli sociali inerenti alle problematiche di corruzione e infiltrazione mafiosa nelle attività di smaltimento dei RAEE.

Infine, al termine del percorso formativo, i ragazzi avranno modo di mettere nero su bianco la loro creatività insieme a Gian Lorenzo Ingrami, fumettista per la rassegna stampa di Rai News e Nuova Ecologia.