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Progetto Eolico offshore al largo di Rimini: “Si fermi questo stillicidio di richieste e si realizzi presto l’impianto”

“Inaccettabili e irresponsabili le continue richieste della politica locale: se non vuole vedere l’eolico diventa difficile pensare di affrancarsi dalla dipendenza dal gas estero” 

Vogliamo dire la nostra in merito alle recenti dichiarazioni relative all’impianto Eolico off-shore previsto al largo della costa di Rimini.  

Si tratta di un impianto che garantirebbe una produzione di energia pulita rilevantissima per il Paese e la nostra regione, dando un contributo utile tanto alla lotta ai cambiamenti climatici quanto alla riduzione della dipendenza energetica da paesi stranieri. Il progetto originale, di cui si sta discutendo già da un paio d’anni, è però stato allontanato progressivamente dalla costa per venire incontro alle richieste di esponenti del mondo politico ed economico locale.  

Le prese di posizione di una parte della classe dirigente riminese fanno pensare che si desideri la completa scomparsa dell’impianto dall’orizzonte, col rischio che si areni il percorso fin qui svolto. È una bruttissima pagina di dibattito pubblico: mettere in contrasto l’energia pulita e gli interessi del settore turistico è decisamente anacronistico, come dimostrano gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più evidenti sul territorio. Si tratta peraltro di un approccio all’eolico completamente sbagliato perché, se applicato in modo generalizzato, priverebbe l’Italia della possibilità di installare questa tecnologia.

A questo punto è urgente mettere un punto e concretizzare l’autorizzazione e il progetto. Stiamo parlando di una tecnologia che è stata indicata tanto dal Governo quanto dalla UE come la principale strada per ridurre nel medio termine la dipendenza dalle forniture di gas Russo insieme all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici. Nello specifico questo impianto contribuirebbe decisamente agli obiettivi del Piano Energetico Regionale: una volta approvato, verranno infatti installati oltre 330 MW di potenza, contro un obiettivo (a dire il vero poco ambizioso) di 77 MW al 2030. L’opera potrà generare un quantitativo di energia superiore a quella prodotta da 180000 impianti fotovoltaici domestici.

La Romagna dovrebbe invocare questo progetto come biglietto da visita green per i turisti, invece che osteggiarlo favorendo il mantenimento di un’economia basata sul fossile.