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Gas E Nucleare, Menzogna Letale. #NotMyTaxonomy

 “Gas E Nucleare, Menzogna Letale. #NotMyTaxonomy”: 27 sigle ambientaliste italiane aderiscono alla mobilitazione europea contro la proposta di tassonomia verde UE

Appuntamento sabato pomeriggio nelle piazze di Roma e Milano, dove associazioni, comitati e movimenti ecologisti manifesteranno il loro dissenso contro il progetto presto al voto a Strasburgo

Legambiente Emilia-Romagna in piazza a Milano: L’inserimento del gas all’interno della tassonomia green europea comporterebbe una grave legittimazione degli errori del passato e del presente, dando un ennesimo ‘regalo’ alle lobby del fossile”

#NotMyTaxonomy: non la mia tassonomia. Questo l’hashtag che unisce gli ambientalisti d’Europa, pronti a scendere in piazza per manifestare il loro dissenso contro il progetto di Tassonomia verde UE, tra giugno e luglio al voto a Strasburgo. Dalla Francia alla Germania, dal Belgio alla Grecia, gli aderenti all’iniziativa si ritroveranno sabato 21 maggio nei pressi delle sedi di rappresentanza delle istituzioni europee nei rispettivi Paesi. Anche in Italia una coalizione di 27 sigle, tra associazioni, comitati e movimenti ecologisti, aderisce alla mobilitazione con eventi organizzati a Roma e a Milano: slogan della giornata “Gas E Nucleare, Menzogna Letale”.  

Le ragioni della protesta. Nei prossimi due mesi il Parlamento europeo prenderà in esame e voterà un progetto di Tassonomia verde, in cui gas fossile e nucleare sono inseriti come investimenti sostenibili ed equiparati alle energie rinnovabili. 

In un contesto in cui il cambiamento climatico continua la sua corsa e l’obiettivo del contenimento dell’innalzamento della temperatura globale entro 1,5° si allontana sempre più, non possiamo tollerare che una risorsa inquinante come il gas fossile, né una tecnologia pericolosa come il nucleare vengano rilanciate quali investimenti sostenibili, togliendo fondi alle rinnovabili e all’efficientamento energetico – dichiarano le sigle ambientaliste aderenti alla mobilitazione italiana Considerati, inoltre, il perdurare del conflitto in Ucraina e il caro bollette che acuisce la povertà energetica, le istituzioni sono chiamate a fare scelte che diano impulso a nuovi modelli di sviluppo democratico. Modelli che creino riscatto per i territori e che siano incentrati sulla produzione locale e diffusa di energia, attraverso fonti realmente sostenibili quali il vento, il sole, l’acqua e la terra”.  

Secondo la coalizione di sigle che aderisce alla protesta, l’approvazione dell’attuale progetto di Tassonomia verde UE si configurerebbe quale grande operazione di greenwashing dietro cui, in realtà, si nasconde un gravissimo attacco alle fonti rinnovabili, dal momento che per decenni distoglierebbe i potenziali investimenti da energie pulite, reti e accumuli verso le infrastrutture del gas e possibili nuove centrali nucleari, condannando i cittadini europei all’utilizzo o di una fonte inquinante e climalterante o ad una rischiosa almeno fino al 2050/60, tempi incompatibili persino con gli obiettivi climatici europei.

La giusta transizione ecologica non contempla gas fossile e nucleare. Il metano, per esempio, ha un effetto climalterante fino a 83 volte superiore alla CO2 se disperso direttamente nell’aria. Allo stesso modo, la scelta del nucleare risulta fuorviante rispetto ai problemi che abbiamo di fronte: in Italia occorrerebbero 15 anni per realizzare una centrale, con costi elevati che peserebbero sulle bollette e ci allontanerebbero dall’obiettivo di 70 GW di energia rinnovabile al 2030.

Una scelta fuorviante che avrebbe la sua forte ricaduta anche sul territorio: un concreto è il progetto del mega gasdotto “Linea Adriatica” da Sulmona (AQ) a Minerbio (BO). Sempre in Emilia-Romagna la realizzazione di infrastrutture legate al fossile rischia di allontanare le concrete potenzialità della regione in campo delle rinnovabili: “l’inserimento del gas all’interno della tassonomia green europea comporterebbe una grave legittimazione degli errori del passato e del presente.” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “L’ipotesi di due grandi impianti eolici offshore in Romagna si sta concretizzando: un punto di svolta per la transizione ecologica che porterebbe a fare un importante salto con quasi 1 GW potenza di nuove rinnovabili installate. Di contro, continuare ad investire sul gas rimane un errore che rallenta questo processo e non contribuisce all’indipendenza energetica del paese.”

Un pensiero di solidarietà va alle attivist* di Fridays for Future Milano, di cui tre membri nella mattina del 19 maggio si sono visti perquisire l’abitazione per aver partecipato ad un’azione contro il colosso del gas russo Gazprom. L’azione dei carabinieri arriva due giorni dopo la notizia che Eni ha aperto due conti presso la multinazionale russa. “In questo momento più che mai è essenziale difendere il diritto a manifestare dissenso” – continua Legambiente Emilia-Romagna – “Dissenso che lega a doppio filo pacifismo e ambientalismo” – conclude.