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“Non chiamatelo maltempo, è crisi climatica” Legambiente sull’evento climatico estremo del 22 novembre

“Non chiamatelo maltempo, è crisi climatica” Legambiente sull’evento climatico estremo del 22 novembre  

Costa romagnola e Nord Marche tra le zone più colpite in Italia, 50 eventi estremi dal 2010: non più emergenza, ma nuova normalità  

A pochi giorni dall’uscita dei dati dell’Osservatorio CittàClima, che confermava il 2022 come l’anno con più eventi estremi dal 2010, la realtà da prova dei fatti con le forti precipitazioni che hanno colpito la nostra regione, in allerta arancione per tutta la giornata, con allerta rossa su Ferrara.  “Un più uno ai 18 eventi già accertati nel 2022 fino ad ottobre” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “che conferma l’intensificarsi in frequenza della crisi climatica sul nostro territorio”.  

La crisi climatica non è un pranzo di gala, come dimostrano i fatti di ieri: i dati record del livello del mare nella giornata di ieri a Porto Garibaldi, il più alto registrato da 30 anni, e le forti ingressioni marine che hanno colpito i litorali Ravennate e Ferrarese danno l’idea di una nuova “normalità” con cui dobbiamo fare i conti, non con soluzioni emergenziali, ma con azioni strutturali di sistema.  

Le intense mareggiate che hanno interessato tutta la costa, con strade chiuse, danni alle abitazioni e agli stabilimenti balneari, devono mettere in guardia sul rischio idrogeologico a cui la nostra costa è sempre più soggetta. Come mostrato dal nostro Osservatorio CittàClima, infatti, la Costa romagnola e Nord Marche è una delle zone più colpite dalla crisi climatica, con 50 eventi estremi dal 2010, di cui 18 danni da trombe d’aria, 15 allagamenti ed alluvioni da piogge intense, 7 danni da mareggiate e 9 vittime. 

Come dimostrano i forti danni economici alle strutture balneari e i danni alle abitazioni e alla viabilità retrocosta subiti in questi giorni, questa nuova condizione che siamo costretti ad affrontare esige un cambio di paradigma del sistema costiero che aumenti la resilienza di tutto il territorio del bacino padano, di cui la costa adriatica è lo scudo. Non sono mancati disagi infatti anche nelle città, come Ravenna, dove l’ingressione marina ha costretto alla chiusura al traffico di Via Trieste.  

Per salvare l’esistente dunque bisogna contrastare in primis il fenomeno della subsidenza, e dell’erosione costiera, a cui la nostra costa è altamente soggetta. “Fuori da ogni logica in questo senso è la decisione recente del Governo Meloni di rilasciare nuove concessioni per l’estrazione di metano in Adriatico” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “una tale decisione è la ricetta perfetta per un disastro, indebolendo la linea di difesa costiera da un lato, e contribuendo alla crisi climatica dall’altro, legando ancora una volta il nostro paese alla dipendenza da gas climalteranti.” – conclude