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“Giù le mani dal tram”: Legambiente sulle dichiarazioni del viceministro Bignami

“Giù le mani dal tram”: Legambiente sulle dichiarazioni del viceministro Bignami

Progetto tram di Bologna e completamento Servizio Ferroviario Metropolitano uniche vie percorribili per adeguare Bologna al livello di vivibilità del resto delle città europee

Bologna soffre già abbastanza dei ritardi nel passato: “trasporto pubblico cittadino rimasto sostanzialmente immutato da oltre 50 anni” – commenta Legambiente – “Il modello città 30 all’ora di Lepore può essere completato solo dal Tram”  

Apprendiamo con sconforto le sconcertanti dichiarazioni del neo-viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile Galeazzo Bignami, che definisce il progetto del tram a Bologna “un’opera dannosa”.  Le quattro linee di tram inserite nel PUMS della Città Metropolitana di Bologna, di cui una – la linea rossa – è già stata appaltata, rappresentano una possibilità concreta di dare finalmente una svolta ad un sistema di trasporto pubblico cittadino rimasto sostanzialmente immutato da oltre 50 anni.  

La messa in discussione del progetto iniziata dal Governo neo-eletto rischia di aggravare un contesto urbano già afflitto da numerosi ritardi, come quello per esempio sul completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano. Ricordiamo appunto che Bologna attende il tram dal 1998, quando purtroppo non vide la luce il progetto esecutivo, la cosiddetta T rovesciata, già finanziata dall’allora CIPE.

 

Di tempo ne è stato perso già troppo e la domanda non può più essere se dotare Bologna del tram ma piuttosto, al contrario, di come poterne accelerare la realizzazione, dandosi obiettivi ancora più sfidanti di quanto previsto nel PUMS metropolitano (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Bologna metropolitana): occorre realizzare il prima possibile non solo le linee di tram già finanziate, ma tutte e quattro quelle previste dalla pianificazione della Città Metropolitana.

 

“Ci aspettiamo che a valle dell’incontro tra il Sindaco di Bologna ed il neo viceministro alle Infrastrutture Bignami – dichiara Legambiente – venga confermata l’unica scelta infrastrutturale strategica in tema di mobilità sostenibile assunta dall’Amministrazione, quella del Tram, e che vengano abbandonate le strumentalizzazioni politiche fatte sulla pelle dei cittadini di una città che rischia di rimanere schiacciata sotto al peso delle automobili private, privilegiate dall’inutile e dannoso ampliamento del sistema autostrada – tangenziale che l’amministrazione Bolognese sta ciecamente supportando”.

 

Allargando lo sguardo all’Europa, le affermazioni di Bignami vengono smentite dai fatti: la cura del ferro nel tessuto urbano, infatti, si estende in molte città europee dalle dimensioni e dalla popolazione analoghe a quella bolognese.  Basti pensare a Bruxelles, città di poco meno di 300.000 abitanti dell’Alsazia francese sede, o a Strasburgo, che dispone di una rete di tram estesa su oltre 68 km con circa 70 milioni di corse registrate nel 2017. Anche vicino a noi, a Firenze la tramvia a maggio 2022 ha trasportato oltre 2 milioni di passeggeri, risultato che ha spinto l’amministrazione a presentare progetti che prevedono di ampliare la rete a 44 km rispetto ai 17 km attuali.

 

Dunque, il tram è il sistema di trasporto collettivo ad elevata capacità più efficiente sul piano energetico, più performante come tempi di spostamento e più conveniente per costo di utilizzo che città delle dimensioni e del numero di abitanti di Bologna possano adottare: enormemente meno inquinante del bus, aspetto di non poco conto in una delle aree più inquinate d’Europa, con capacità di trasportare un numero di passeggeri per ciascun mezzo almeno doppio dei filobus, e non ultimo di gran lunga meno impattante dei veicoli su gomma in termini di vibrazioni sulle strutture degli edifici del centro storico medioevale più vasto d’Europa

 

Un sistema di mobilità pubblica basato sulle linee di tram e sull’SFM costituisce l’unica valida alternativa sia al Passante di nuova generazione sia alle altrettanto insostenibili proposte del Passante nord o del Passante Sud.

 

“Il modello di città a 30 all’ora che il Sindaco ha a cuore – continua Legambiente – non può che passare attraverso una sviluppata rete tramviaria, propedeutica alla valorizzazione del trasporto pubblico che condivida lo spazio stradale con la mobilità dolce ciclistica e pedonale, in un contesto che deve incoraggiare i cittadini a scegliere questi sistemi di mobilità in luogo dell’automobile favorendo la fruibilità urbana anche con l’ampliamento delle aree pedonali.”

 

“Sosterremo in tutti i modi il Tram ed il Servizio Ferroviario Metropolitano – conclude Legambiente – per aiutare Bologna a raggiungere il livello di vivibilità delle realtà europee con le quali intende, legittimamente, misurarsi in termine di efficienza dei servizi di mobilità, ricettività, proposta culturale ed accoglienza turistica. Una svolta nei servizi di mobilità attesa da troppo tempo, e non più rimandabile”.