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Parco eolico offshore di Rimini: energia pulita dal territorio,  incontro pubblico con gli operatori economici della provincia di Rimini per fare il punto sulla proposta di Energia Wind 2020

Parco eolico offshore di Rimini: energia pulita dal territorio,  incontro pubblico con gli operatori economici della provincia di Rimini per fare il punto sulla proposta di Energia Wind 2020

 

Quarta proposta dell’ente proponente sposta l’impianto oltre le dodici miglia, “bene il rispetto dell’iter consultativo, ma si fermi l’atteggiamento ostile nei confronti del progetto. Rimini si faccia avanti come pioniere delle rinnovabili”.

 

Si avvicina al traguardo il progetto di eolico offshore a Rimini, proposto da Energia Wind 2020, che nella giornata di ieri ha presentato alla Sala dei Convegni del turismo di Rimini la quarta proposta dell’impianto in esame. Tenuto conto delle oltre venti osservazioni presentate durante la fase di VIA, l’ente proponente presenta le sue contro-osservazioni con un’alternativa di progetto che accoglie le richieste di allontanare le pale oltre le 12 miglia nautiche.

L’incontro nella serata di ieri, voluto e promosso da Legambiente Emilia-Romagna, ha dato modo ai vari attori del territorio – cittadini, operatori del settore turistico e ittico, e amministrazioni locali – di confrontarsi con l’ente proponente e di sciogliere dubbi riguardo l’impatto del progetto sul territorio e sulla sua utilità per la decarbonizzazione del territorio e la ripresa dell’economia.

“Per quanto accogliamo favorevolmente l’avanzare dell’iter del progetto, ci auguriamo di vedere finalmente realizzato un impianto chiave che produrrebbe 330mw di potenza di energia rinnovabile installata. Il rincaro dell’energia, dovuto principalmente alla dipendenza delle fonti fossili, ha duramente colpito tutta l’economia del territorio che stava dando i primi segnali di ripresa post pandemia.” – commenta Legambiente Emilia-Romagna

La provincia di Rimini deve fare i conti, infatti, con un deficit energetico che mina la stabilità economica del comparto turistico: i dati dell’ultimo piano energetico provinciale facevano segnare un consumo finale pari a 817 ktep (1 ktep equivale a 1000 tonnellate di petrolio). Tale fabbisogno era coperto per il 33,05% dal petrolio, per il 46,14% dal gas naturale, per il 17,87% dall’energia elettrica e solo per il 3,06% dalle fonti rinnovabili. Nelle previsioni del Piano, attraverso le azioni da intraprendere, al 2020 invece il consumo finale si sarebbe attestato a 899 kTep, ovvero circa il 10% in più di quanto consumato nel 2010. E’ evidente come anche rispettando quanto previsto dal Piano, il deficit energetico di Rimini va colmato per creare una comunità più resiliente, che tenga insieme tutti gli usi del mare, compresa la sua salvaguardia con il contrasto al cambiamento climatico.

Come espresso dall’ente proponente e da Fondazione Cetacea, sulle rinnovabili serve un cambio di paradigma: “Bisogna tornare a ragionare a come fare le cose, piuttosto se farle o meno” – commenta Giovanni Selano di Energia Wind 2020 – “L’eolico non può essere considerato un detrattore del territorio, da relegare ad aree degradate, ma volano del territorio”.  Gli fa eco Sauro Pari di Fondazione Cetacea, che ricorda come la proposta di un impianto di eolico off-shore sia stata idea proprio un’idea dell’assessorato all’ambiente di Rimini nel 2003: “la via dell’elettrificazione è scritta” – commenta Sauro Pari – “le disastrose conseguenze della dipendenza dal gas russo siano da lezione. Le energie che potremmo avere facilmente non le stiamo usando”

C’è chi in sala è pronto a cogliere la sfida e a rilanciare Rimini come pioniere delle rinnovabili. “Come Comune di Rimini attendiamo la risposta integrale alle nostre osservazioni al progetto, ma accogliamo positivamente l’opzione proposta questa sera sull’allontanamento dell’impianto oltre le 12 miglia nautiche” – commenta Anna Montini, assessore all’Ambiente del Comune di Rimini. La stessa Montini ricorda l’assenso ad altre opere come il rigassificatore di Ravenna, molto più nocivi sia dal punto di vista estetico che dell’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini, che vengono approvati in tempi record e senza alcuna ostilità da parte del comparto turistico-economico. “Gli effetti del cambiamento climatico non sono più un’opinione, come dimostrano le recenti mareggiate sulla costa” – chiude.

Opere del settore fossile che peraltro restano in piedi solo grazie ad ingenti iniezioni di denaro pubblico, del PNRR o statale, cosa che non avviene per l’impianto rinnovabile di Rimini. Sui dubbi sulla producibilità di energia rinnovabile rassicura Giovanni Selano di Energia Wind 2020, che assicura che, essendo il progetto di natura privata, i dati sono stati validati da ente terzo per poter accedere alla sua finanziarizzazione: parliamo di oltre 700mw di produzione all’ore in media annua, quanto basta per coprire il 45% dei consumi procapite della provincia di Rimini. A mettere in prospettiva l’importanza dell’opera l’assessore all’ambiente di Rimini Montini: “secondo una mappatura del Comune di Rimini, sono oltre 2600 gli impianti fotovoltaici presenti sul territorio e raggiungono una produzione di 32mw” – circa un decimo di quanto potrebbe produrrebbe l’impianto off-shore.  

“All’interno di un quadro tetro come la proposta di trasformare l’Emilia-Romagna nell’hub del gas metano, Rimini può accogliere la sfida di essere all’avanguardia della conversione ecologica” – commenta Legambiente Emilia-Romagna – “la sfida del futuro si gioca su impianti di questo tipo, capaci di produrre grandi volumi di energia nel territorio e per il territorio, svincolando l’economia dall’impennata dei prezzi del gas, destinati sempre più ad aumentare, e fornendo un tassello chiave nel contrasto al cambiamento climatico.