Il primo Forum Energia di Legambiente a Bologna: le energie rinnovabili al centro della transizione energetica per l’Emilia-Romagna
L’Emilia Romagna è in ritardo di 7 anni e mezzo rispetto agli obiettivi del Patto Lavoro Clima, che prevedono il 100% di rinnovabili elettriche al 2030.
Anche rispetto al Decreto Aree Idonee nazionale siamo appena al 22,8% dell’obiettivo.
E’ necessaria una maggiore ambizione sugli obiettivi regionali per la trasformazione del sistema energetico, a vantaggio della competitività del territorio e dell’ambiente.
Legambiente: “Servono impegno e visione comuni per realizzare nuovi impianti per la produzione di energia da rinnovabili tutelando gli ecosistemi e conservando le produzioni agricole. Fondamentale il coinvolgimento ed il supporto delle comunità locali”
L’Emilia-Romagna secondo il Decreto nazionale Aree Idonee entro il 2030 deve raggiungere almeno 6.330 MW di nuova potenza rinnovabile installata. Considerando le installazioni realizzate dal 2021 a fine 2024, però siamo ad appena 1.443 MW, pari al 22,8% dell’obiettivo finale.
Sebbene la Regione, ad oggi, sia tra quelle che mostrano un andamento superiore rispetto agli obiettivi fissati, con un surplus pari a 155 MW di potenza, la strada da percorrere è ancora molto lunga. Nei prossimi 6 anni, infatti, in Emilia-Romagna dovranno essere realizzati almeno 4.887 MW di nuova potenza aggiuntiva, pari ad una media di 814,5 MW l’anno. Un numero importante che richiede un’accelerazione netta nelle installazioni; nonostante il dato positivo, infatti, mantenendo il ritmo attuale, la regione rischia di raggiungere il proprio obiettivo in 13,5 anni, con ben 7,5 anni di ritardo. E non basteranno i nostri tetti; la Regione Emilia Romagna nel Patto Lavoro e Clima si è infatti data l’obiettivo del 100% rinnovabili elettriche al 2030 che prevede l’installazione di impianti per 26 GW, mentre il potenziale delle coperture, residenziali e non, è fra i 3 e 5 GW totali.
Questo è stato il tema al centro del Forum Energia promosso da Legambiente Emilia-Romagna nella giornata di mercoledì 15 ottobre, il primo appuntamento di livello regionale organizzato dall’associazione ambientalista con il supporto di FERA e di Key Energy – The Energy transition EXPO e con la collaborazione di Fondazione IU Rusconi Ghigi e Filla.
“Per l’Emilia-Romagna, che si è posta obiettivi ambiziosi negli ultimi anni per quanto riguarda la transizione energetica, è il momento di prendere posizione in modo deciso a favore di un’evoluzione del sistema energetico che unisca un incremento della produzione di energia al progressivo abbandono delle fonti fossili, non solo per questioni ambientali ma anche a tutela del sistema socioeconomico regionale – commenta Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia Romagna – All’interno del processo di transizione energetica, le energie rinnovabili sono un tassello fondamentale e al contempo un oggetto di confronto politico sui territori. La transizione energetica basata sulle rinnovabili infatti richiede più spazio e una maggiore distribuzione dei punti di produzione, che può rappresentare però anche un punto di forza perché consente di distribuire gli impatti e anche i benefici derivanti dagli stessi. Al tempo stesso, le nuove modalità di realizzazione degli impianti fotovoltaici ed eolici sono finalizzate alla minimizzazione del consumo di territorio: i nuovi aerogeneratori sono oggi più alti rispetto al passato e consentono di produrre più energia con un minor numero di unità all’interno dello stesso parco eolico, riducendo quindi il numero di strutture da collocare; le strutture dei nuovi parchi fotovoltaici vengono spesso associate alla produzione agricola attraverso le configurazioni agrivoltaiche e la previsione di spazi e corridoi per la biodiversità.”
Occorre un approccio deciso e inclusivo, che coinvolga le comunità locali ma che al contempo definisca chiaramente obiettivi, criteri e responsabilità dei territori nel supportare le politiche di transizione energetica.
In questo contesto manca però una leva politica, dal momento che l’interruzione del confronto regionale sulla definizione delle aree idonee per gli impianti a fonti rinnovabili non è stata seguita da una chiara indicazione da parte del Governo nazionale sulle responsabilità istituzionali rispetto a tale compito.
In assenza di una normativa chiara in materia, è necessario che le Amministrazioni locali dell’Emilia-Romagna si pongano proattivamente nei confronti delle proposte di progetti per la realizzazione di nuovi impianti, sostenendo gli impianti che possono contribuire al fabbisogno energetico regionale e che al contempo consentono di generare impatti positivi sul territorio.
“La transizione energetica anche in Emilia-Romagna passa dalla grande necessità di elettricità verde e dalla realizzazione di impianti di grandi dimensioni – commenta Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente -. È fondamentale puntare in primis sul fotovoltaico ovunque sia possibile, anche integrato in agricoltura con il moderno agrivoltaico, impianti eolici in mare e sulla terraferma, dove le condizioni lo consentano, impianti di produzione di biogas e biometano, la diffusione di comunità energetiche rinnovabili e solidali, lo sviluppo degli accumuli, delle reti e delle politiche di efficienza. Grazie a tutti questi elementi possiamo far fronte alla più grande delle sfide contemporanee: fermare i cambiamenti climatici, azzerando le emissioni velocemente, abbassando la bolletta, promuovendo nuova occupazione green, modificando i paesaggi, da dove devono sparire le ciminiere delle centrali a fonte fossile. È il momento del coraggio, della concretezza e della coerenza, senza i quali la rivoluzione energetica a zero emissioni non si potrà concretizzare nel Paese”
