Tra castagne, mulini e boschi…a Pianaccio per la terza giornata intergenerazionale!

Pubblicato il 3 Giugno 2014 da in Parchi di Vita

DSC_0651Due generazioni per due giorni di lavoro insieme! Così Il 3 e 4 giugno verranno ricordati a lungo dai ragazzi delle classi quinte della Scuola Elementare Pezzani di San Lazzaro di Savena, “adottati” da castagnari, contadini e allevatori dell’ Appennino bolognese. Il programma è stato così intenso da rendere complesso lo srotolamento del rullino dei ricordi ma come sempre proveremo a raccontare gli ultimi due appuntamenti di Parchi di Vita in modo puntuale!
Ci eravamo lasciati il 28 maggio nelle Valli di Comacchio per darci appuntamento martedì 3 giugno al bivio che da Lizzano in Belvedere porta alla ridente Pianaccio, paesino di 38 anime, a 755 m slm isolato per ben 3 mesi a causa di una frana.
Pianaccio è una favola per davvero, come recita il nostro tweet #Pianaccioèunafavola e non solo perché è il paese natale di Enzo Biagi, si mangia bene e si possono organizzare tante escursioni fino al vicino Corno alle Scale, ma anche perché i suoi sentieri, le sue case e il suo paesaggio pullulano di storia e di vita. Quella valle ci parla di una guerra tra partigiani e tedeschi, di soldati americani nascosti dentro le case dei pianaccesi ma anche di una vita dura, anzi molto dura, fatta di lavoro e sudore. Così hanno cominciato i loro racconti la mugnaia Renata e la raccoglitrice di castagne Egidia all’ombra di un maestoso castagno vicino alla cascata del paese.
Le due “ragazze” nate negli anni trenta erano solo delle bambine (la stessa età del loro pubblico) o “mei” come chiamavano da queste parti i giovani aiutanti, quando venivano mandate dai genitori ad essiccare le castagne nei Casoni, ovvero le casette in pietra disseminate nei boschi sopra il borgo. Egidia con fare spedito e deciso rivela che nonostante la tenera età, avevano un’enorme responsabilità: infatti una sola castagna bruciata avrebbe compromesso la qualità della farina che poi sarebbe stata il sostentamento di tutto un anno. La nostra amica ha sottolineato con un filo di nostalgia per quei tempi duri ma tutto sommato felici, che il loro grano era la castagna e che non era così facile avere tutti i giorni in tavola quei beni di consumo che i bambini di oggi danno per scontato. Le castagne – continua Egidia – andavano disposte minuziosamente sul piano superiore del Casone e lasciate a cuocere su un fuoco lento e costante acceso al piano inferiore per 40 giorni! Durante questo lasso di tempo le castagne dovevano essere girate per una cottura omogenea ed ovviamente le nostre infaticabili lavoratrici dovevano seguire tutta la procedura sacrificando molto del loro tempo. A questo punto la palla è passata a Renata che ci ha ospitato nella sua casa d’infanzia dove è presente ancora oggi un vecchio mulino di fine ‘800, che era azionato dalla forza del vicino corso d’acqua. I ragazzi divisi per gruppi hanno ascoltato con molta attenzione le precise spiegazioni della nostra amica, per un giorno ingegnere meccanico, sul funzionamento di questo miracolo di ingranaggi, macine e setacci che permetteva di ottenere farine dal profumo ormai dimenticato per via delle particolari pietre utilizzate.
Ma non è finita qui! La scolaresca si è spostata al vicino centro visita di 4 piani intitolato ad Enzo Biagi dove ha passato un’altra ora in un percorso didattico tra antichi mestieri, storia e natura. Al primo piano le classi hanno preso visione del documentario sugli antichi mestieri che si svolgevano a Pianaccio mentre al secondo piano sono partiti alla scoperta dei suoni del bosco, dei diversi cromatismi che contraddistinguono le sezioni di maggiociondolo, farnia ed altre specie, dei multicolori profili di suolo, delle orme degli ungulati e si sono cimentati con un po’ di dendrocronologia e micologia. Al termine hanno potuto ammirare i meravigliosi modellini di carbonaie e casoni ricostruiti dalle sapienti mani di Benito Biagi, ex carbonaio e cugino del celeberrimo Enzo. L’unica nota storta della giornata è stata proprio la sua assenza, dovuta ad un inatteso ricovero in ospedale. Siamo certi che la sua testimonianza avrebbe arricchito di nozioni ed emozioni questa terza giornata … a lui vanno ovviamente i nostri migliori auguri di pronta guarigione!
La mattinata si è conclusa sul prato da cui i bambini erano partiti , e dove abbiamo consumato il pranzo tra giochi e la rituale foto ricordo…
Un’ultima giornata ci aspetta … appuntamento per la quarta giornata a Gaggio Montano!

 

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