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Mal’aria di città: i dati dell’Emilia-Romagna

In regione nel 2013 la maglia nera per la qualità dell’aria va di nuovo a Parma, seguita da Rimini, Bologna e Reggio Emilia. Rispettano i limiti solo Cesena e Forlì.

Via il traffico davanti alle scuole a tutela della salute delle fasce più a rischio. Limite di 110 km/h in autostrada nei periodi più critici.

Lo smog in Pianura padana rappresenta un’emergenza ambientale e di salute pubblica, specialmente per i soggetti più deboli come i bambini: il problema deve essere affrontato congiuntamente dagli assessori all’ambiente e alla sanità.

Il numero degli sforamenti diminuisce ma per l’Emilia-Romagna, come per il resto della Pianura padana, l’inquinamento atmosferico resta un’emergenza ambientale e di salute pubblica: anche nel 2013, infatti, in quasi tutti i principali centri urbani sono stati superati i livelli di polveri fini (PM10) con concentrazioni superiori a 50 milligrammi per metro cubo (µg/m) per più di 35 giorni in un anno, la soglia prevista dal Dlgs 155/2010.
In generale il Bacino padano si conferma come la zona più critica, con 15 città tra le prime 20 posizioni nella classifica dell’inquinamento atmosferico, anche a causa delle caratteristiche geomorfologiche che non favoriscono il ricircolo dell’aria.

In quanto a qualità dell’aria, in Emilia-Romagna si evidenzia un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti; nonostante ciò la maggior parte dei capoluoghi di provincia è bocciato, facendo registrare nell’arco del 2013 dati che confermano l’insalubrità dell’aria. La prima città per gli elevati e ripetuti livelli di PM10 è Parma con 80 giornate, seguita da Rimini (68), Bologna (57), Reggio Emilia (56), Modena (51), Ferrara (51), Ravenna (48) e infine Piacenza (43). Promosse solamente Forlì, con 28 giornate di sforamenti, e Cesena che ne conta 15.

Numeri che sono direttamente collegati ad un peggioramento delle condizioni di salute, specialmente dei soggetti più deboli come bambini, anziani, asmatici: è infatti comprovato che l’inquinamento atmosferico e in particolare le polveri sottili agiscano sull’aumento della sintomatologia respiratoria in bambini che già soffrono di disturbi cronici, specialmente se residenti in aree urbano-industriali.
Ciò indica che le misure fino ad ora adottate per e ridurre gli inquinanti atmosferici limitandone le cause non sono state sufficienti per porre rimedio alla grave situazione della nostra regione.

«L’inquinamento atmosferico – afferma Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna – continua ad avere caratteristiche di una vera e propria emergenza ambientale e soprattutto sanitaria. Anche quest’anno vogliamo portare l’attenzione sul fatto che gli interventi debbano andare prioritariamente a tutelare la salute dei bambini. Per questo torniamo a chiedere che i comuni lavorino per allontanare il traffico vicino alle scuole, attraverso la pedonalizzazione delle vie adiacenti gli edifici scolastici, la creazione di “zone30” e di percorsi casa-scuola a piedi e in bicicletta, per una maggiore tutela della salute dei più piccoli».

Il settore su cui bisogna intervenire prioritariamente è quello del traffico veicolare, attraverso azioni che incentivino una nuova mobilità incentrata sul trasporto pubblico locale, su quello ferroviario e ciclabile, e dirottando gli investimenti dedicati all’autotrasporto, sul ferro, sulla mobilità collettiva, sulla creazione di nuove piste ciclabili.
Un’ulteriore proposta da parte dell’associazione ambientalista per far fronte allo stato di emergenza è quella di abbassare il limite di velocità in autostrada fino a 110 chilometri orari durante i lunghi periodi di superamenti continuativi dei livelli di PM10.
Rispetto alle chiusure al traffico di parte dei centri urbani va ricordato come, sebbene si tratti di interventi non strutturali, l’efficaci nell’abbassare drasticamente l’inquinamento atmosferico nelle zone di intervento sia ormai dimostrata. Lo confermano i recenti dati Arpa sui monitoraggi effettuati a Bologna durante i famosi TDays, che rilevano un netto calo delle polveri sottili nell’area di blocco del traffico, manifestando il concreto funzionamento di questa misura di contenimento delle emissioni veicolari.

Sono infine i processi industriali e di produzione di energia e in città i riscaldamenti degli edifici, le altre fonti di emissione di sostanze inquinanti: bisogna perciò lavorare per un continuo miglioramento delle prestazioni dei siti produttivi e centrali elettriche, delocalizzando se necessario al di fuori dei centri abitati, e puntare su politiche di efficienza energetica degli edifici, sulla diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione elettrica e il riscaldamento delle abitazioni.

Lo scorso anno Legambiente propose ai sindaci emiliano-romagnoli di aderire al “Manifesto per la qualità dell’aria” con azioni mirate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. A questo link i punti dell’accordo.

PM10 ti tengo d’occhio

La classifica di Legambiente dei Capoluoghi di Provincia con i superamenti della soglia limite di polveri sottili in un anno; Il Dlgs 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3.

Città

Totale gg superamento 2013

Totale gg superamento 2012

Totale gg superamento 2011

Totale gg superamento 2010

Totale gg superamento 2009

Media ug/m3 di PM10 nei giorni di superamento 2013

Parma

80

115

92

61

62

67,4

Reggio Emilia

56

93

84

84

80

67,8

Rimini

68

88

73

58

36

67,6

Modena

51

85

89

82

78

63,2

Ferrara

51

77

71

59

66

63,7

Bologna

57

73

68

62

50

62,7

Piacenza

43

71

79

63

83

67,4

Cesena

15

30

26

37

28

60,1

Ravenna

48

66

67

47

37

59,6

Forlì

28

52

47

45

37

62,1

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa Emilia-Romagna