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Diga sull’Enza: indispensabile trovare alternative all’invaso

Gravi le esternazioni della Provincia che annuncia un invaso sul fiume. Senza alcuno studio e senza nessuna partecipazione.

Il Presidente Manghi , dimentica che le Direttive europee prevedono altri percorsi e che la partecipazione con il territorio non consiste nel parlare solo con Confidustria e con il mondo agricolo

Esprimiamo profondo sconcerto per quanto letto sui giornali di Reggio Emilia nella giornata di oggi in merito alle dichiarazioni della Provincia che dà per certa la realizzazione di una diga sul torrente Enza.

Riteniamo indegno che dopo mesi di tavoli di confronto riservati alle sole associazioni di categoria, Confidustria e il Consorzio di Bonifica (che ricordiamo essere espressione dalle sole associazioni agricole), ora il risultato di cui “festeggiare” sia il progetto di un grande invaso.

L’atteggiamento del Presidente Manghi sull’intera questione dimostra una visione politica miope, per cui l’ambiente rimane un optional di cui ragionare a cose fatte e la partecipazione e le analisi tecnico-scientifiche si sostituiscono con il dialogo coi poteri economici del territorio. Atteggiamento piuttosto diffuso sulla gestione dell’acqua, come abbiamo già avuto modo di ricordare.

Ricordiamo che le Direttive europee prevedono una priorità di azioni ben precise che prima di tutto vedono il risparmio idrico ed il riutilizzo. Solo dopo aver praticato tutte queste possibili soluzioni si possono prendere in considerazione soluzioni alternative. Proporre percorsi diversi da parte della Provincia significa giocare agli apprendisti stregoni e confermare che si parte da posizioni precostituite. Peraltro è bene ricordare che gli stessi ambienti accademici nutrono diversi dubbi sugli effetti idrogeologici di tali invasi.

Sembra che le azioni sul torrente Enza dovranno essere valutate da uno specifico studio commissionato all’Autorità di distretto del fiume Po.

“Si conferma una visione dei fiumi in cui le valutazioni economiche e a breve termine rimangono preponderanti” dice Lorenzo Frattini presidente regionale di Legambiente “Chiediamo che l’Autorità di Distretto e la Regione chiariscano in fretta i termini dello studio sull’Enza e che non si presentino risultati già preconfezionati, come quelli di cui si è letto oggi.”